Cosenza, logopedia sospesa all’improvviso: genitori in rivolta contro l’ASP
«Dopo anni di attesa, la terapia è iniziata. Ma dopo appena otto mesi, l’ASP di Serra Spiga ha deciso di togliercela senza alcun preavviso. I nostri figli sono stati sospesi da un giorno all’altro. E noi genitori lasciati senza risposte». È un racconto carico di frustrazione e rabbia quello che arriva da un gruppo di famiglie cosentine i cui figli stavano seguendo un percorso di logopedia nei locali dell’ASP in zona Serra Spiga, a Cosenza.
Un percorso iniziato dopo attese estenuanti — «chi due anni, chi anche di più» — e reso possibile solo grazie all’assunzione di nuovo personale. Ma che ora si è interrotto bruscamente, senza alcuna comunicazione ufficiale. A raccontarlo sono proprio le famiglie coinvolte, che hanno deciso di rompere il silenzio con un documento congiunto firmato da tutti i genitori.
«I nostri figli sospesi senza una riga di carta»
«Ci hanno chiamato dall’ASP per dirci che i nostri figli venivano sospesi dalla logopedia», spiegano. Il motivo? Le due logopediste che seguivano i bambini sono state trasferite d’urgenza in un’altra sede, a Rogliano, dove c’era «maggiore necessità». «Ci è stato detto che dovevano coprire quel servizio — proseguono i genitori — ma a discapito dei nostri figli. E il tutto senza nessun preavviso, senza nemmeno un documento che ufficializzasse la decisione».
I genitori si sono recati più volte presso la struttura sanitaria per chiedere spiegazioni formali, ma si sono scontrati con un muro di gomma. «Abbiamo chiesto più volte un documento che attestasse la sospensione, ma ci hanno risposto che non ha senso rilasciarlo. E che le decisioni sono state prese “dall’alto”».
Direttore irreperibile
A nulla sono valsi anche i tentativi di contattare direttamente i vertici dell’Azienda Sanitaria. «Siamo andati due volte al distretto di via degli Stadi per parlare con il direttore responsabile — denunciano ancora i genitori — ma è risultato introvabile. Ci hanno detto di inviare una mail per prendere appuntamento urgente, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta né telefonica né scritta».
Una situazione che sta gettando nello sconforto famiglie già provate dalla lunga attesa per accedere a un servizio essenziale. «Parliamo di bambini con bisogni specifici, che avevano finalmente intrapreso un percorso terapeutico. E che oggi si trovano abbandonati. È una vergogna. Un abuso di potere».
La denuncia dei genitori: «Non resteremo a guardare»
I genitori parlano apertamente di un «atto arbitrario» che calpesta un diritto fondamentale: «Non si tratta dei loro figli, quindi cosa importa? Questo è il messaggio che ci stanno lanciando. Ma noi non ci arrenderemo». Per questo, il gruppo annuncia di aver già contattato più avvocati per intraprendere ogni via legale possibile: «Ci stiamo muovendo per tutelare i diritti dei nostri bambini e riportare tutto alla normalità. Quello che sta accadendo non è normale, né tantomeno accettabile».
E concludono con un’amara ironia: «Grazie a chi ha contribuito a lasciare i nostri figli in questa situazione scandalosa. Ma noi non ci fermeremo».