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20/07/2023 ore 10.00
Societa

«Cosenza, passeggio impossibile. E' tutto occupato dai tavolini di bar e locali»

Il Coordinamento Progetto Meridiano denuncia la copertura quasi totale dei marciapiedi e oltre
di Redazione

«C’è stato un periodo nel quale Cosenza veniva considerata l’Atene della Calabria, un tempo che vedeva alcune amministrazioni illuminate, un sedimento culturale importante, attività artistiche, Cinema d’essai, una socialità viva, un Centro storico animato e frequentato, i Teatri sempre in fermento. Questo determinava, nonostante il problema cogente del traffico cittadino, una certa educazione civica nei comportamenti. Possiamo collocare la fine di questo periodo semi illuminato e l’inizio del decadimento nell’anno 2000 dopo il quale le cose sono cambiate e hanno preso una direzione alquanto amareggiante». La riflessione appartiene al coordinamento “Progetto Meridiano” che non è tenero nei giudizi.               

«Cosenza – si legge nella nota – è diventata man mano una sorta di far west dove il rispetto dell’altrui diritto e delle minime regole del vivere civile sono andate a farsi benedire. Non c’è dubbio, dal nostro punto di vista, che il periodo pandemico e l’uscita da esso abbia favorito questo peggioramento del comportamento e dell’educazione con buona pace delle dichiarazioni ottimistiche e dei cartelli che spesso si vedevano sui balconi i quali inneggiavano alla speranza che quella crisi generasse nobili insegnamenti e una nuova coscienza sociale. Ormai siamo consapevoli che la vita cosiddetta ludica si è indirizzata quasi completamente al consumo di cibo e in conseguenza di una mancanza cronica di lavoro dignitoso e una crisi economica in atto le attività di questo settore sono cresciute a dismisura e si sono concentrate nel centro cittadino». 

«La Pandemia e le restrizioni che limitavano il numero di presenze possibili nei luoghi chiusi – aggiunge “Progetto Meridiano” – hanno condizionato i sindaci a concedere gratuitamente alle attività di ristorazione ulteriore occupazione di suolo pubblico per ampliare la possibilità di posti a sedere e tavoli all’aperto, si è così assistito alla copertura quasi totale dei marciapiedi e oltre. Nonostante la pandemia sia ufficialmente dichiarata finita già da tempo, il fenomeno di cui sopra continua imperterrito, e ognuno che abbia anche una piccolissima attività, come un bar dove il marciapiede è quasi inesistente, si sente in diritto di occuparlo senza alcun rispetto dell’altrui diritto, costringendo anziani e madri con bambini piccoli a camminare per strada con rischi notevoli considerando la feroce abitudine dei cittadini cosentini al parcheggio selvaggio». 

«I ristoranti più grandi invece si sono appropriati di ogni spazio disponibile – spiegano ancora – come per esempio quello che possiamo vedere ogni sera sul ponte di San Francesco di Paola dove il nostro belvedere ormai è proprietà dei ristoratori che hanno occupato totalmente il marciapiede impedendo qualunque possibilità di passeggio. Il parcheggio dei clienti sia dal lato non consentito che con la solita abitudine della doppia fila restringe la carreggiata in tal modo da rendere difficile il transito dei veicoli e praticamente impossibile l’andare a piedi. Se aggiungiamo le biciclette elettriche e i monopattini che scorrazzano sui pochi marciapiedi liberi, ci troviamo di fronte ad una situazione che scoraggia il muoversi a piedi». 

«Tralasciando qui il fallimento educativo del nostro sistema sociale in toto che emerge chiaro da tutto questo, dobbiamo puntare il dito sulla mancanza di controlli, che non intendiamo in termini militarizzanti e nemmeno solo punitivi, ma con l’obiettivo rieducativo atto a smontare un’abitudine ormai sclerotizzata, e ridefinire un patto sociale con la Comunità basato sul rispetto reciproco per un vivere più umano e dignitoso dello spazio urbano, una Comunità educante». Così conclude il Coordinamento “Progetto Meridiano”.