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26/07/2025 ore 14.41
Societa

Cosenza riabbraccia il Leone: torna a casa la statua di Giacomo Mancini – FOTO

Una cerimonia dal forte valore simbolico ha richiamato cittadini, istituzioni e figure storiche della militanza socialista, nel segno della memoria e della coesione comunitaria

di Redazione

In una giornata carica di significati simbolici, la città di Cosenza ha celebrato il ritorno della statua di Giacomo Mancini, posata ieri sullo scalone monumentale di Palazzo de Matera, residenza storica della famiglia e luogo profondamente legato alla figura del leader socialista. Un atto di restituzione civile e culturale che segna una tappa importante nella memoria collettiva della città.

«Una battaglia vinta»

«Grazie a tutti gli uomini, alle donne, ai giovani e alle istituzioni che ci hanno sostenuto, facendo sì che questa ennesima battaglia Giacomo Mancini senior, anche se post mortem, la vincesse. Come le tante battaglie che ha combattuto e che noi oggi proseguiamo. Come quella che, con le sue parole, ci ha sempre insegnato essere una delle più importanti: quella per l’autonomia della politica dai poteri forti» – ha dichiarato Pietro Mancini, Presidente della Fondazione Giacomo Mancini, in apertura della cerimonia, sottolineando il significato profondo e attuale del gesto collettivo.

La cerimonia si è svolta il 25 luglio, una data dal forte valore storico: il giorno in cui, nel 1943, cadde il fascismo. “Il giorno più bello della sua vita”, come più volte lo aveva definito Mancini, ricordando il padre Pietro, antifascista e vittima del regime, spedito al confino prima a Nuoro e poi a Gaeta.

«Oggi è un giorno di festa – ha dichiarato Giacomo Mancini Jr., vicepresidente della Fondazione Giacomo Mancini e nipote dell'ex sindaco – celebriamo il ritorno del Leone tra la sua gente. Ma è anche e soprattutto la festa di una comunità che si ritrova attorno alla propria storia, abbracciando uno dei suoi figli migliori».

Un pubblico nutrito e attento

Alla cerimonia hanno preso parte numerosi sindaci e rappresentanti delle assemblee elettive dei Comuni del territorio, accanto a cittadini comuni e a figure storiche della militanza socialista, testimoni della vicenda umana e politica del Leone. A rendere ancora più significativo il momento, la presenza autorevole di Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, che ha voluto onorare con la sua partecipazione una pagina importante per l’intera comunità.

Nel suo discorso, Mancini Jr. ha ricordato le radici socialiste del quartiere, la vicinanza alla storica sede della federazione socialista e alla Camera del lavoro, luogo di mobilitazioni e rivendicazioni popolari: «Qui si formava il corteo del Primo Maggio. Da qui partivano le lotte di un popolo senza diritti. Questa è anche la storia di tanti di noi, delle nostre famiglie, tramandata di generazione in generazione».

Ma il momento è stato anche l’occasione per una riflessione su quanto avvenuto negli ultimi mesi, a partire dalla rimozione forzata della statua dalla sua precedente collocazione davanti al Municipio, dove era stata posata simbolicamente il 25 aprile, Giorno della Liberazione. «Lo sfratto è stato un atto violento, volgare, irrispettoso. Un gesto che ha ferito l'intera comunità. Rimuovere la statua per rimuovere il ricordo: vergognoso», ha affermato con fermezza Mancini Jr. «Non dovevamo permetterlo. Un cittadino mi ha detto: “Non dovevate lasciarli fare”. Aveva ragione. E oggi mi scuso per primo, con il Leone e con la città».

Nonostante quella ferita, la risposta popolare non si è fatta attendere. Un moto di affetto, solidarietà e vicinanza si è sollevato da Cosenza, dalla Calabria e da tutto il Paese, dimostrando quanto forte e viva sia ancora oggi la memoria del Leone.

«C’è chi oggi dice: adesso il Leone sta qui, e da qui nessuno lo può sfrattare. Ma più che della sua collocazione fisica, dobbiamo preoccuparci di riportare le sue idee, la sua visione, la sua attenzione per i più deboli, dentro le stanze del Comune», ha aggiunto Giacomo Mancini Jr.

Il ricordo si è chiuso con un’immagine potente: la notte del dicembre 1993, quando, all’indomani della sua elezione a sindaco, una folla abbracciò Giacomo Mancini proprio davanti a quello scalone, in una festa spontanea che segnò l’inizio di una stagione di rinascita per la città.

«Dobbiamo rinverdire quel ricordo, ha concluso Mancini Jr., nel nome del Leone e per il futuro di Cosenza».