Cosenza, studenti del "Marconi-Guarasci" a confronto con l'arte e la fede
Di arte e fede si è parlato in questi giorni in un interessante convegno presso l’Istituto professionale “Marconi-Guarasci” di Cosenza. Il tutto a compimento di un progetto, denominato appunto “Arte e fede”, che ha visto come protagonisti gli studenti dell’indirizzo Orafo, nel corso del quale è stata realizzata una bellissima croce in legno e metallo, consegnata lo scorso 6 marzo a Papa Francesco. Il progetto ha visto la collaborazione del Museo diocesano di Cosenza e la partecipazione della Caritas bruzia. Hanno partecipato all’incontro il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, l’arcivescovo metropolita Giovanni Checchinato, la dirigente dell’Atp bruzia, Loredana Giannicola, il direttore del Museo Diocesano, don Salvatore Fuscaldo, il direttore della Caritas don Bruno di Domenico. Relatori di primissimo piano.
L’incontro, moderato dal professore Roberto Grandinetti, è iniziato coi saluti della dirigente del “Marconi-Guarasci”, Maria Saveria Veltri: «È stata una esperienza bellissima. I nostri studenti – ha detto – hanno bisogno di essere incoraggiati e guidati. Stiamo per questo già pensando a un nuovo progetto per il prossimo anno, che possa coinvolgere anche le istituzioni e le realtà imprenditoriali del territorio». I docenti referenti hanno spiegato come si è svolto il progetto. «I ragazzi – ha detto la professoressa Daniela Fazio – sono circondati da esempi negativi. Noi, attraverso l’arte, abbiamo provato a esplorare il mistero divino e a imparare a vedere con nuovi occhi e a sentire col cuore». Il professore Agostino Paduano ha consegnato personalmente la croce al Papa lo scorso 6 marzo: «È stata – ha ricordato ancora emozionato – una delle esperienze più belle e intense della mia vita. Toccare la mano del Papa è stato come toccare quella di mia madre. Una sensazione molto forte, che resterà dentro nel mio cuore per sempre». Ha quindi spiegato come è stata realizzata la croce in laboratorio, utilizzando materiali semplici ma forti, come il legno di ulivo, l’ottone e l’alpacca.

Ne ha parlato anche la professoressa Maria Iaquinta, che ha concentrato il suo intervento sulla genesi storico-artistica della croce: «L’idea – ha ricordato – è nata dopo una nostra visita al Museo Diocesano e in particolare dopo lo studio approfondito della preziosa Stauroteca. L’utilizzo del legno di ulivo – ha aggiunto – vuol ricordare l’albero della vita, simbolo di crescita spirituale e connessione col mistero divino”. Un ringraziamento sentito ai suoi studenti è arrivato dalla professoressa Giuliana Biancini: «Il viaggio a Roma e l’incontro col Papa è stato il coronamento di una grande esperienza culturale e spirituale, che ha coinvolto i ragazzi, i quali hanno lavorato con massima serietà e professionalità». Un plauso ai ragazzi è arrivato dal sindaco Caruso: «Esperienze del genere non possono non emozionare e – ha esordito – devo dire che non si vivono in tutte le scuole. Mi fa sempre piacere quando incontro i giovani di una scuola periferica della città ed è significativa, qui oggi, la presenza delle istituzioni civili e religiose. Questo istituto, tra l’altro, è particolarmente importante, perché è l’unico ad avere un indirizzo Orafo». Rivolgendosi agli studenti ha detto: «Anche io – ha aggiunto – ho la mia foto col Papa. L’ho messa sulla scrivania e pure io gli stringo emozionato la mano. Quando vi impegnate in questo modo, trasmettendo tutto il vostro sapere in un oggetto, possiamo dire che il nostro futuro è in buone mani. Da laico dico che fede vuol dire anche realizzare cose in cui si crede».
Un saluto ai ragazzi del “Marconi-Guarasci” è arrivato anche dalla presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, attraverso un video messaggio: «Siate sempre curiosi», ha detto loro complimentandosi coi ragazzi, ricordando loro il grande ruolo che ha avuto, nell’esplorazione di Dio, il suo celebre conterraneo Gioacchino da Fiore. Complimenti anche da parte del vescovo Checchinato: «Dietro queste opere c’è una intelligenza più complessa: occhi e cuore si aprono allo stupore, senza la quale non c‘è arte, e neanche fede». Il presule ha citato una canzone di Fabrizio de Andrè (“Il suonatore Jones”), e in particolare la parte iniziale in cui canta “In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità. A me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa…”. «Ecco, lì dove facciamo l’esperienza del ballo, facciamo – ha detto Checchinato – anche esperienza di verità e di fede». Don Salvatore Fuscaldo, parlando del lavoro fatto coi ragazzi del “Marconi-Guarasci”, ha ricordato che «la vita è fatta di incontri e di occasioni. Il Museo diocesano ha raccontato loro l’arte, la storia e la fede di un popolo. Ne è nato un rapporto sinergico, di comunione, in cui ognuno ha messo qualcosa di suo. La nostra diocesi crede molto in queste occasioni di crescita. I giovani non sono lontani dalle corde importanti della vita, bisogna saperle suonare insieme».

La dirigente Giannicola ha detto che «l’arte è la matita di Dio in mano agli uomini» e che «tutti siamo un po’ come San Tommaso: abbiamo bisogno di segnali e forse per questo Dio si serve degli artisti. Voi ragazzi avete le potenzialità per trasformare il bello che è in voi nel bello che è in tutti. Qui oggi ci sono tutte le realtà (chiesa, istituzioni e imprenditoria, ndr) per dare nuove possibilità a voi studenti e rendere concreti i vostri sogni». Don Bruno Di Domenico ha ricordato che «la Caritas favorisce queste opportunità di crescita umana e spirituale. Attraverso l’arte si è manifestato Dio. Mi piace immaginare di ritrovarmi, un giorno, a pregare dinanzi a una vostra opera». Era presente anche l’imprenditore orafo Sergio Mazzuca, che si è detto pronto «ad adottare questa scuola. In questi anni ho capito quanto siano importanti la cultura e la conoscenza, per questo mi sento di dire a voi ragazzi di credere in voi stessi e nelle vostre forze, senza prendere scorciatoie». Mazzuca ha donato alla scuola copie del suo libro, “Un ragazzo d’oro”, che parla della sua ascesa nel mondo dell’imprenditoria orafa: «Ho creduto nel mio sogno e l’ho realizzato, rinunciando al posto fisso».

La giornata è proseguita con una consegna di doni agli ospiti, realizzati tutti dai ragazzi dell’indirizzo Orafo. Al vescovo, per esempio, è stata donata una croce simile a quella offerta al Papa lo scorso 6 marzo, a Don Salvatore Fuscaldo una parure per la Madonna del Pilerio, patrona di Cosenza, al sindaco Caruso una riproduzione dello stemma del Comune bruzio. Hanno preso la parola anche gli alunni che hanno partecipato al progetto. Elisa ha ricordato il selfie fatto col Papa e la telefonata alla nonna, col santo padre che l’ha benedetta in diretta: «Da quel giorno – ha ricordato la studentessa – mia nonna, che non stava bene, è migliorata». Stella non ha potuto partecipare al viaggio: «Un giorno – ha promesso – andrò dal Papa perché anche io voglio vivere la stessa esperienza dei miei compagni». Per Ernesto «è stato davvero speciale realizzare una croce da donare a Papa Francesco. Un grande onore e una grande emozione». Un grande applauso e tanti giovani sorrisi hanno concluso questa bella giornata, fatta di arte, stupore e mistero divino.