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22/09/2025 ore 14.37
Societa

Da TikTok a Italia’s Got Talent: l’ascesa di Paolo Marincolo, il “Mister ItaloDisco”

Il ballerino calabrese conquista i social e il pubblico televisivo con semplicità e spontaneità. A 50 anni approda in semifinale grazie al Golden Buzzer di Elettra Lamborghini

di Alessia Principe

Paolo Marincolo, che compirà 50 anni il prossimo agosto, nasce e cresce a Rossano, oggi parte integrante del comune di Corigliano-Rossano. È lì che muove i primi passi e sviluppa quella passione che diventerà compagna di vita: la danza. La sua non è stata un’infanzia segnata da scuole prestigiose o grandi palcoscenici, ma da un contesto di provincia in cui le feste di quartiere e le occasioni familiari costituivano il terreno naturale per esprimersi. La Calabria, con le sue tradizioni, la sua forza comunitaria e il suo calore, diventa così la culla di un percorso che lo porterà ben oltre i confini della città ionica.

Fin da bambino capisce che ballare è il suo modo per sentirsi libero, un linguaggio personale capace di tradurre emozioni e stati d’animo. Con il tempo la curiosità si trasforma in studio, esercizio e disciplina, fino a farne una professione e un’identità artistica. Marincolo non sceglie di concentrarsi solo sulla tecnica, né di inseguire il perfezionismo che spesso caratterizza la danza accademica. Il suo obiettivo diventa piuttosto quello di rendere il ballo accessibile a tutti, di proporre un movimento semplice e coinvolgente, capace di trascinare chiunque a lasciarsi andare.

La svolta arriva con i social. Apre un profilo TikTok e in pochi mesi dà vita a un fenomeno che lo trasforma in una celebrità digitale. Si fa conoscere come “Mister ItaloDisco”, nome legato al brano dei The Kolors che accompagna gran parte delle sue clip. Nei suoi video bastano pochi secondi per catturare l’attenzione: passi elementari, sorriso costante, energia contagiosa. Il risultato è sorprendente: oltre un milione e mezzo di follower in meno di dieci mesi, con una popolarità che esplode soprattutto in Polonia e nei Paesi dell’Est Europa. La sua proposta si distingue per autenticità: nessuna scenografia elaborata, nessuna costruzione artificiale, solo un uomo che balla con spontaneità e invita a imitarlo. In un contesto online spesso dominato da contenuti effimeri o aggressivi, Marincolo rappresenta un’alternativa basata su leggerezza e condivisione.

Il passo verso la televisione arriva quasi naturale. Italia’s Got Talent lo accoglie come uno dei protagonisti e Marincolo porta sul palco lo stesso stile che lo ha reso popolare sul web. Non cambia approccio, non aggiunge artifici: resta fedele al suo modo di ballare. La sua performance convince i giudici e conquista il pubblico, dimostrando che la sua energia non funziona solo davanti a una telecamera, ma anche dal vivo. A premiare questa autenticità è Elettra Lamborghini, che sceglie di schiacciare il Golden Buzzer, il pulsante che lo proietta direttamente in semifinale. È un riconoscimento che va oltre il programma televisivo: certifica che la sua “formula” fatta di semplicità, passione e positività ha la forza di parlare a tutti.

Dietro la figura del performer resta centrale la dimensione privata. Paolo è sposato da venticinque anni con Rosalba, ha tre figli – Miriam, Michele e Mirea – ed è da poco diventato nonno della piccola Ambra. La sua famiglia è la base solida che lo sostiene, il punto di equilibrio che gli permette di affrontare con serenità un successo arrivato in età adulta. Nonostante gli inviti e le richieste che gli arrivano da diversi Paesi europei, continua a vivere a Rossano, mantenendo un legame profondo con la sua comunità e con le radici calabresi. È proprio questa appartenenza a renderlo diverso da molte altre figure del mondo dello spettacolo: non cerca di staccarsi dal suo territorio, ma lo porta con sé, lo trasforma in un tratto distintivo della propria identità.

Il caso di Paolo Marincolo racconta qualcosa di più di un talento individuale. È la dimostrazione di come, nell’era digitale, anche chi parte da un piccolo centro possa raggiungere un pubblico globale. Non servono grandi produzioni, né ingenti investimenti: ciò che conta è la capacità di trasmettere un messaggio autentico. E il suo messaggio è chiaro: ballare fa bene, ballare unisce, ballare rende felici. La sua vicenda offre anche una prospettiva di riscatto per territori come la Calabria, troppo spesso raccontati attraverso difficoltà e carenze. Da Rossano, Marincolo riesce a costruire un ponte verso il mondo, portando con sé l’immagine di una terra vitale e creativa.

Il suo percorso lancia inoltre un invito universale: non è mai troppo tardi per inseguire una passione. A 50 anni, età in cui molti rinunciano all’idea di nuove sfide, Marincolo dimostra che energia, costanza e spirito positivo possono aprire strade inaspettate. Il suo successo ricorda che non esistono limiti anagrafici quando si tratta di coltivare ciò che fa stare bene. Non a caso, le sue coreografie coinvolgono persone di ogni età, dai bambini agli anziani, perché il ballo non ha confini.

Oggi Marincolo guarda avanti. La semifinale di Italia’s Got Talent è un traguardo importante, ma non rappresenta il punto d’arrivo. È piuttosto una tappa di un percorso che continua a intrecciare danza, social, famiglia e territorio. Le sfide future saranno tante: consolidare la sua presenza televisiva, gestire la popolarità online, rispondere alle richieste dei fan che lo seguono dall’estero. Ma qualunque strada imbocchi, resta evidente il filo conduttore della sua storia: un uomo di Rossano che balla per portare gioia agli altri.

In un tempo segnato da crisi e incertezze, la sua figura diventa quasi simbolica. Non un eroe, non un divo, ma una persona comune che ha trovato nella danza un linguaggio universale, capace di superare barriere culturali e geografiche. Il sorriso con cui si muove sul palco è lo stesso che mostra nei video girati sul lungomare calabrese: genuino, immediato, disarmante. È lì che risiede la forza di Paolo Marincolo, alias “Mister ItaloDisco”: nella capacità di ricordarci che, a volte, bastano pochi passi e una canzone per sentirsi parte di qualcosa di più grande.