Domenico Iannacone a Rende: «Il giornalismo deve guardare all’anima»
Il giornalista RAI, ospite del Rotary Club Rende, ha emozionato oltre 200 persone al Villa Fabiano Palace Hotel in un incontro dedicato al valore etico dell’informazione
Nei giorni scorsi, presso il Villa Fabiano Palace Hotel di Rende, il giornalista RAI tra i più autorevoli nel panorama nazionale, Domenico Iannacone, ha incantato gli oltre 200 presenti, in un incontro-dibattito organizzato dal Rotary Club Rende sul tema: “Etica e Giornalismo”. L’incontro è stato moderato da Franco Laratta, Direttore di LaC TV ed impreziosito dalla presenza del Maestro orafo Gerardo Sacco.
Dopo i saluti istituzionali, il Presidente e il Segretario del Rotary Club Rende, Sergio Mazzuca e Carlo Tansi, hanno introdotto il tema dell’incontro-dibattito tracciando i tratti umani e professionali di Iannacone.
Nel corso della serata Iannacone, con una narrazione diretta e appassionata, ha raccontato le varie fasi del suo percorso umano e professionale che lo hanno portato a fare un giornalismo nel rispetto della dignità dell’intervistato, che guarda alla sua anima. Un approccio lontano anni luce dal giornalismo “mordi e fuggi” che spesso brutalizza, criminalizza e giudica l’intervistato, con violenza verbale e pregiudizio, senza rispetto per la sua dignità.
Dopo aver parlato del legame con il suo grande amico Andrea Camilleri, che considerava il suo padre putativo, è venuta fuori tutta l’umanità ed il volto umano del giornalismo secondo Iannacone: con le sue inchieste Rai, alcune delle quali sono state proiettate, ha raccontato con approccio inedito e folgorante - senza giudizio, retorica, pietismo o ideologie - il dolore, le violenze, la sopraffazione o le debolezze umane di chi soffre. La numerosa platea è stata rapita, emozionata e a tratti commossa dalla narrazione di Iannacone, che ha trasformato le sue inchieste in uno spazio intimo di riflessione e denuncia, capace di fotografare speranze e frustrazioni della nazione intera.
Un esempio di eccellenza e di giornalismo di servizio. “Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ce ne accorgiamo. Spesso sono così piccole che bisogna andare a cercarle tra le tante cose che non valgono nulla”, ha affermato Iannacone, che è arrivato al grande pubblico televisivo per aver ideato e condotto programmi Rai d'inchiesta come “I dieci comandamenti” e “Che ci faccio qui”, tra i programmi di approfondimento più seguiti di RaiTre.
Il giornalista per cinque volte ha vinto il Premio Ilaria Alpi, il più importante premio italiano assegnato al giornalismo d’inchiesta. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali: il Civis Media Prize di Berlino, il Real Screen Awards di Los Angeles e il Peace Jam Jury Awards di Montecarlo. Ha vinto il Premio Paolo Borsellino, il Premio Goffredo Parise, il Premio Baffo Rosso, il Premio Franco Cuomo, il Premio Kapuściński, il Premio Moige e il Premiolino, uno tra i più antichi e autorevoli premi dedicati al giornalismo. Ha vinto il Festival del Cinema di Spello.
La serata si è conclusa con un “Encomio Speciale alla Carriera” conferito dal Rotary Club Rende al Dott. Domenico Iannacone, rappresentato da un’opera creata e realizzata dal maestro orafo Gerardo Sacco “per il suo modo inedito e illuminante di fare un giornalismo dal volto umano che guarda all’anima”, che ha consegnato il premio al giornalista.