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22/09/2025 ore 19.00
Societa

Don Dante Bruno: «I tossicodipendenti hanno dato un senso al mio sacerdozio» | VIDEO

Il religioso parla dei quarant’anni dell’associazione Regina Pacis: «Ero diffidente e spaventato, ma aprire le porte di casa mia a persone che avevano problemi di droga mi ha regalato la felicità»

di Emilia Canonaco

Consacrò la propria esistenza a Dio pensando che una vita di sacrifici e rinunce gli avrebbe offerto in dono la felicità interiore. Ma si sbagliava, almeno in parte: i voti e il sacerdozio non bastavano ancora a farlo sentire in pace con sé stesso, e appagato fino in fondo. Sentiva che c’era altro da fare, una meta più lontana, un impegno più totalizzante, da profondere a favore degli ultimi: gli esclusi, gli scarti della società. Nei confronti dei quali, però, nutriva una grande diffidenza. «Sono delinquenti, la droga li spinge a rubare, e per una dose sono disposti a fare di tutto. Come posso aprire loro la porta di casa mia?». No, ne era convinto: su quella strada accidentata tracciata da suor Elvira, lui non sarebbe mai stato in grado di camminare.

Si sbagliava, don Dante Bruno. Ah, se si sbagliava: se ne rese conto quando, in procinto di partire per un pellegrinaggio a Medjugorje, decise di farsi accompagnare da un tossicodipendente. «E se avrà una crisi di astinenza? E se perderà il controllo? Come farò io a prendermi cura di lui?». Ansie che si sciolsero come neve al sole sul selciato di pietre che conduceva alla vetta delle apparizioni.

Di ritorno dai luoghi della Vergine, don Dante Bruno capì che tutti quei timori erano soltanto dei mostri alimentati dalle proprie paure, e che la felicità agognata sarebbe arrivata da quella mano tesa nei confronti di quanti cercavano nella droga la soluzione al mal di vivere.

«Va bene, voglio capire fino in fondo cosa la Madonna vuole da me». La casa canonica della parrocchia di Celico diventò così “Un’Arca” dove trovarono ospitalità i primi gruppi di tossicodipendenti. Quarant’anni dopo, l’associazione Regina Pacis gestisce sei diverse strutture, tre delle quali dedicate a persone con problemi di droga. Le altre invece sono rivolte a donne in difficoltà: vittime di violenza, ragazze madri e straniere con permesso di soggiorno o di lavoro che tentano di costruirsi in Italia una vita nuova.

L’associazione Regina Pacis offre inoltre la possibilità alle persone detenute in carcere o ai domiciliari di svolgere un programma terapeutico-residenziale presso le proprie comunità, come alternativa allo stato detentivo.

Nel 2019, è stata inaugurata la “Città del Sole” che, dall’alto di Colle Mussano, domina Cosenza. Tredici mini-appartamenti assegnati, per brevi periodi, a coppie e famiglie in difficoltà: un villaggio della solidarietà, nato intorno a una piccola abitazione fatiscente, chiamata “La Casa dell’amore”. Don Dante Bruno spiega: «Sono famiglie della nostra area urbana, che fino a poco tempo prima conducevano una vita assolutamente normale».

La Città del Sole ha ricevuto da Papa Francesco il dono dell’Indulgenza plenaria. «Dal 12 settembre al 28 dicembre - annuncia don Dante Bruno - ci si potrà recare nella nostra chiesa e lucrare l’indulgenza plenaria attraverso lo strumento della preghiera».