E' scomparso Mimmo, fondatore e voce storica di Radio Arbereshe
di Adriano D’Amico
Aveva 78 anni Demetrio Rotondaro, per tutti Mimmo, fondatore e voce storica di Radio Arbereshe International, che per quasi cinquant’anni ha accompagnato le giornate dell’Arberia calabra.
Radio Libera Arbereshe era nata nel 1976, ed era libera veramente, come diceva in quegli anni Eugenio Finardi; una grande redazione a San Demetrio Corone, in via Dante, al palazzo Saporito; insieme a Mimmo, Giuseppe D’Amico e Giuseppa Faraco, animatori della comunità, con tante voci che si alternavano al microfono e riempivano di suoni nuovi l’etere sui 101.500 mhz.
Demetrio Rotondaro prima di dedicarsi anima e corpo alla Radio, era un commerciante di tessuti; girava la provincia in lungo ed in largo, guadagnava bene; ma il suo intuito commerciale lo faceva andare in altre direzioni, impensabili in quel tempo, ecco quindi, la radio.
La diversità di vedute tra gli originari soci, determinò nel 1977 una scissione: Mimmo vedeva una radio commerciale, che puntava sulle proprie forze (la pubblicità); nacque così Radio Libera Scanderbeg, una radio comunitaria, culturale, che chiuse qualche anno dopo, perché in un contesto come quello sandemetrese del tempo, non poteva durare più di qualche anno, e così è stato.
Mimmo ha continuato con tenacia e passione la sua strada e la radio è diventata una delle più ascoltate in provincia di Cosenza, specie al mattino, quando passava Bandiera Gialla, probabilmente la trasmissione più famosa, dove l’istrionico conduttore interagiva con il suo pubblico rispondendo, anche in diretta, a decine di telefonate; richieste musicali e tante dediche: alla persona amata, a chi non c’è più, alla mamma o al papà; sembrava di tornare indietro nel tempo e si ascoltavano brani che solo Mimmo di Radio Arbereshe poteva passare, da Voglia di morire dei Panda a Strane cose di Alberto Cali’, brani che nessuno, o quasi, ricorda più.
Mimmo amava la musica italiana, ma era anche un fan dei Beatles e dei Rolling Stones, cresciuto a pane e musica, come è capitato a pochi fortunati della sua generazione; poi, quella somiglianza incredibile con John Lennon, lo rendeva unico ed inimitabile.
Il funerale si è celebrato nella chiesa di Macchia Albanese, la frazione di San Demetrio Corone dove era nato; la piazza gremita, la chiesa altrettanto; all’uscita del feretro una canzone meravigliosa di quel Beatles che amava tanto, Imagine, a suggellare l’ultimo atto di una storia straordinaria di musica e canzoni.