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13/10/2025 ore 17.39
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Dal Pollino alla Sila, il Festival Antonio Vivaldi unisce tre città in un viaggio tra musica e bellezza

Grande successo per la VIII edizione del Festival diretto da Alessandro Marano e Margherita Capalbo: tre concerti tra San Giovanni in Fiore, Castrovillari e Cosenza nel segno dell’arte e del dialogo tra generazioni

di Redazione
il Festival Antonio Vivaldi 2025

Tre città, tre cornici d’arte e un solo linguaggio: la musica come ponte tra generazioni, territori e sensibilità. La VIII edizione del Festival Antonio Vivaldi 2025, diretta da Alessandro Marano e Margherita Capalbo, ha vissuto un fine settimana intenso tra San Giovanni in Fiore, Castrovillari e Cosenza, confermandosi come una delle rassegne musicali più autorevoli del panorama calabrese.

Promosso da Cosenza Autentica APS con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, dell’AIAM – Associazione Italiana Attività Musicali, e con la collaborazione della Provincia di Cosenza e dell’Orchestra Sinfonica di Cosenza, il Festival continua a raccontare la Calabria come terra di cultura e di bellezza condivisa.

Il viaggio musicale è iniziato a San Giovanni in Fiore, nella suggestiva Sala Saverio Marra del Museo Demologico, con una serata dedicata ai giovani talenti. Protagonisti Gottardo Roberto Iaquinta e Giuseppe Iaquinta, violino e pianoforte, che hanno incantato il pubblico con un programma a sorpresa tra repertorio barocco, classico e romantico.

Un concerto pensato come laboratorio di emozione e ricerca, dove la freschezza interpretativa dei giovani musicisti ha incontrato la profondità di un luogo simbolo della memoria culturale silana.

Sabato, il Castello Aragonese di Castrovillari ha accolto un appuntamento di rilievo internazionale: la prima assoluta mondiale delle “Peças para piano” del compositore brasiliano Elian Thames De Oliveira, eseguite dal pianista Roberto De Leonardis.

Attorno a questa nuova pagina musicale, le grandi sonate di Haydn e Beethoven, interpretate da Antonio Di Cristofano, Giuliano Adorno e dal Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica di Cosenza. Un evento di alta levatura artistica che ha unito ricerca contemporanea e tradizione classica, nel segno del dialogo tra passato e presente, identità e innovazione.

Domenica, nella splendida Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza, il Festival si è concluso con il concerto “L’eredità del Maestro”. Sul palco ancora Di Cristofano e Adorno, affiancati dal Quartetto d’archi della Sinfonica di Cosenza, per un dialogo pianistico raffinato e profondo dedicato a Haydn e Beethoven.

Un’esibizione intensa e vibrante, suggellata da lunghi applausi e un clima di autentica emozione collettiva, che ha confermato la forza del Festival come esperienza condivisa di ascolto, trasmissione e maestria.

«In questi tre giorni – dichiarano i direttori artistici Alessandro Marano e Margherita Capalbo – abbiamo attraversato territori, suoni e generazioni. Dalla giovinezza delle prime esperienze artistiche alla maturità delle grandi interpretazioni, il pubblico ha risposto con calore e partecipazione, dimostrando che la musica classica, quando è vissuta come incontro, è più viva che mai».