Flavio Stasi: «Sul nodo di Tarsia basta fandonie: la Calabria non può essere esclusa dall’Alta Velocità»
Il sindaco di Corigliano-Rossano attacca Governo, RFI e Regione: «Cancellare il tracciato significa condannare il territorio al degrado. Serve un tavolo politico immediato per un progetto strategico che connetta davvero la Calabria»
«L’epoca delle barzellette sull’Alta Velocità è finita con gli ultimi provvedimenti della Comunità Europea» dice il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, aprendo un attacco diretto contro RFI, Governo e Regione Calabria.
«Da quando RFI, braccio armato del Governo, ha paventato la cancellazione del Nodo di Tarsia – prosegue – ne abbiamo lette di tutti i colori: che quel tracciato fosse irrealizzabile, che collegasse paesini, che penalizzasse Reggio Calabria. Tutte fandonie».
Per Stasi, la questione è molto più chiara: «La verità è che cancellando l’unico tracciato realmente realizzabile, per il quale sono stati spesi decine di milioni di euro, si voleva escludere la Calabria dal più grande progetto infrastrutturale del secolo, con la complicità di una Giunta regionale immobile».
Il sindaco richiama poi l’esempio della Campania: «Basta guardare il tracciato campano – osserva – organizzato e gestito da rappresentanze regionali e parlamentari con visione e senso di appartenenza. Da Battipaglia si muove verso l’entroterra, fino a Romagnano, meno di 500 abitanti, e poi prosegue fino a Buonabitacolo, garantendo sviluppo alle aree interne, ai poli produttivi e alle comunità sfruttando il corridoio autostradale».
Secondo Stasi, è esattamente ciò che dovrebbe accadere in Calabria: «La valle del Crati, con circa 600 mila persone che ruotano tra Ionio e Pollino – afferma – è un territorio che oggi prende il treno a Salerno, l’aereo a Bari o va fino a Roma in auto. Ed è un territorio che ha diritto a un collegamento moderno e competitivo».
Poi l’affondo politico: «Ora che le elezioni sono finite, la Giunta regionale dimostri di avere la schiena diritta nei confronti del Governo – incalza – senza continuare a sostenere che questo tema riguardi scelte tecniche di RFI. È un insulto all’intelligenza dei calabresi e una mortificazione del ruolo delle istituzioni».
Stasi si rivolge anche alla rappresentanza parlamentare: «Il Governo e i parlamentari calabresi devono smetterla di sostenere questo teorema di abbandono e degrado – afferma – frutto di una tecnocrazia idiota, ignorante e strapagata, che continua a considerare la Calabria come un lembo di terra da attraversare e non una regione da sviluppare».
Da qui l’appello finale: «Mi rivolgo ancora una volta ai parlamentari calabresi e alla Giunta regionale – sottolinea –: si apra un tavolo di confronto sull’Alta Velocità per coinvolgere il Governo in un progetto di sviluppo ambizioso per la Calabria. Un progetto paradossalmente meno complesso ma ben più decisivo del Ponte sullo Stretto, capace di generare margini di crescita incalcolabili».
E chiude con una visione politica netta: «Le infrastrutture strategiche richiedono coraggio e visione. La Calabria deve essere una terra da collegare e sviluppare, non un territorio da attraversare e dimenticare».