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21/06/2023 ore 13.19
Societa

Gianni Losardo, il 21 giugno di 43 anni fa l'omicidio a Cetraro del politico comunista. Il ricordo di Libera

Il presidio cosentino "Lucio Ferrami": «Il recente attentato allo stabilimento Came dimostra che la criminalità organizzata è ancora presente»
di Redazione

«Nel giorno della memoria della barbara uccisione di Giannino Losardo, intendiamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia del compianto cittadino cetrarese. Le sue idee e il suo impegno rimangono sempre attuali nell’indicarci la via maestra per poter fronteggiare la lotta alla criminalità organizzata di questa nostra cittadina tirrenica. Come abbiamo potuto constatare con amarezza e non poca preoccupazione, i recenti fatti di cronaca ci restituiscono, ancora una volta, uno scenario allarmante circa la recrudescenza delle attività criminali che non si fermano dinanzi a niente, neanche dinanzi all’incolumità di ignari cittadini che hanno scelto il lavoro ed il rischio dell’impresa e non il crimine organizzato, come loro impegno quotidiano».

Si apre così una nota di Libera, presidio territoriale cosentino “Lucio Ferrami” che continua: «Depositare circa tre chilogrammi di tritolo dinanzi alla CAME e accanto al supermercato Conad, senza timore di poter mietere vittime, oltre che provocare incendi danni, significa compiere una scelta di vita che si colloca ben al di sotto delle bestie feroci che uccidono semplicemente per nutrirsi e non per imporre la logica del terrore e della signoria territoriale, oppure per acquistare spazio tra le diverse realtà ‘ndranghetiste ormai consolidate in questa Città. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza agli imprenditori titolari delle attività coinvolte nel fallito (per puro caso) attentato dinamitardo, rinnoviamo il nostro appello alle diverse realtà politiche e sociali del territorio per un comune impegno a richiedere alle Autorità competenti maggiore attenzione e vigilanza mediante l’opportuno incremento di mezzi e uomini delle Forze dell’Ordine.

Inoltre, auspichiamo che si ritorni ad imprimere quella “pressione sociale” necessaria non solo a recuperare gli spazi comuni, ma anche per far sentire forte la nostra voce di condanna e di isolamento di personaggi ben noti che con la spregiudicatezza tipica dei criminali, pensa di poter continuare fare affidamento ad una “giustizia distratta”, che nel corso di questi ultimi anni, nel nostro intero territorio, è stata attenta solo a determinati presunti reati amministrativi».