Il grido silenzioso delle carceri: la situazione della casa circondariale di Cosenza
“Se non è morte per pena, cosa è?” Inizia così la richiesta di accesso della Camera penale di Cosenza al Direttore della casa circondariale di Cosenza per accedere, con il Primo Cittadino di Cosenza, con i Garanti dei detenuti, regionale, provinciale e comunale, e con la Presidente del COA di Cosenza nella struttura penitenziaria, in una delle date del 5, 6 o 7 agosto, per la verifica delle condizioni di vita dei detenuti. Nel documento, i penalisti cosentini sottolineano gli innegabili sforzi umani e umanitari del personale della Polizia penitenziaria e dell’Amministrazione penitenziaria della Casa circondariale di Cosenza.
Ma sottolineano, altresì, che non bastano più, perché c’è bisogno che le Istituzioni prendano veramente atto che i quasi sessanta suicidi in carcere sono l’antitesi di uno stato di diritto. Il documento così continua.
123 decessi nelle carceri italiane, nei primi sei mesi del 2024. 58 suicidi. 65 morti per altre cause. Nella “società dei liberi”, il tasso annuo dei suicidi è di 6 decessi ogni 100.00 abitanti. Nelle carceri italiane, il tasso suicidario è diverso, abnormemente più elevato: in questi primi sei mesi, 58 suicidi per una popolazione carceraria di 60.000 detenuti. E a proposito di popolazione carceraria: le carceri italiane hanno un limite di accoglienza, massima, legale, di 51.178 posti. Vi sono “ammassati”, ad oggi, 61.480 anime (allo scorso 30 giugno 24, fonte “Antigone”). Tredicimila in più. Una tortura. E ancora si cercano le ragioni degli atti suicidari ! Cosenza è la Casa circondariale in cui, nel corso della visita nel periodo estivo dello scorso anno, abbiamo constatato una impressionante particolarità.
Le finestre di diverse celle schermate da una sorta di “muro in plastica”, un grande pannello opaco che -non solo annulla(va) anche solo il miraggio dell’esistenza di un mondo esterno, ma- amplifica(va) in maniera terrificante e insopportabile la torrida temperatura estiva, impendendo la corretta aereazione, così incidendo sulla salubrità dei locali. Quel giorno abbiamo vissuto lo strazio delle persone private, non solo, della libertà, ma della dignità di esseri umani. Quelle voci resteranno indelebili: “Qui manca l’aria, è uno stato di malessere inspiegabile, nonostante gli sforzi della polizia penitenziaria … è come vedere tutto il giorno appannato …. Chiudete gli occhi e provate a immaginare come si vive con il grande caldo, l’aria occlusa dai pannelli, pensiamo a sopravvivere, giorno dopo giorno … alcuni di noi ricorrono all’infermeria … questi pannelli sono un inferno che toglie fuori la parte peggiore di noi”. Eppure, loro stessi hanno tenuto a sottolineare gli immani sforzi dell’Amministrazione e del personale della Polizia penitenziaria di Cosenza per alleviare questo “male”; sforzi che abbiamo constatato. Nei prossimi giorni, dunque, la Camera penale di Cosenza, con il primo Cittadino di Cosenza, la Presidente del COA di Cosenza, i Garanti regionale, provinciale e comunale di Cosenza dovrebbero accedere nel carcere di Cosenza.