Il vino arbëreshë che ridona speranza: a Vaccarizzo Albanese premiati i migliori produttori
«Tu ridoni speranza agli uomini ansiosi», scriveva Orazio nel suo inno al vino. Un verso che ben si adatta all’atmosfera del “Concorso Vini Arbëreshë”, andato in scena sabato sera a Vaccarizzo Albanese. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi viticoltori provenienti anche da Albania e Kosovo, riuniti per celebrare l’identità enologica delle comunità arbëreshë attraverso vini naturali e artigianali prodotti in casa.
La giuria ha premiato i migliori rossi, bianchi e rosati, assegnando il primo posto tra i vini rossi a Salvatore Bua, autentico rappresentante della tradizione locale. Da oltre trent’anni coltiva con passione il suo vigneto in località Serra Fontana, su una collina che domina il centro abitato. Il vitigno prediletto è il Magliocco, ma nelle sue botti trovano spazio anche Gaglioppo, Sangiovese e Malvasia.
Bua segue pratiche completamente naturali, impiegando solo zolfo e rame per difendere la vite da parassiti e avversità climatiche. Il risultato è un vino rosso rubino, trasparente “quanto basta per vedere l’altro lato del bicchiere”, come amano dire gli intenditori. Tradizionalmente, il vino viene consumato a partire dall’8 dicembre, la festa dell’Immacolata, ribattezzata in paese “Madonna delle Botti”: da oltre trent’anni, gli amici girano le cantine locali per brindare insieme al primo vino nuovo.
Tra gli altri premiati, anche un giovane produttore di Vaccarizzo, Marco Scura, che si è classificato quarto. Secondo, terzo e quinto posto sono invece andati a viticoltori della provincia di Cosenza.
L’evento non è stato solo una competizione, ma un inno collettivo alla cultura del vino arbëreshë, che unisce memoria, ruralità e convivialità.