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23/04/2025 ore 18.28
Societa

Le Cannossiane rivogliono lo stabile di via Arnoni. Prendocasa: «Non ce ne andiamo»

Gli attivisti non intendono assecondare le richieste avanzate da parte dell'Istituto religioso: «Un centinaio di persone tra cui donne e bambini non saprebbero dove altro andare»
di Redazione

di Comitato PrendoCasa Cosenza

«Abbiamo ricevuto una lettera firmata dall’Istituto religioso delle Canossiane che richiede l’immediato rilascio e il conseguente sgombero dell’edificio di Via Arnoni n. 2 a Cosenza. Una minaccia che colpisce oltre cento persone tra donne, uomini, bambini/e che, da ben dodici anni, in quello stabile hanno trovato un riparo sicuro e dignitoso.

L’abuso, quello vero, è stato commesso da chi ha abbandonato il progetto più volte proposto dagli stessi occupanti, che doveva definitivamente trasformare quell’edificio in un presidio abitativo e sociale per la città. Il contratto di locazione con il Comune di Cosenza, stipulato nel 2015 e scaduto nel 2021, prevedeva una ristrutturazione dell’immobile.

E invece nulla è stato fatto. I lavori non sono mai partiti, le promesse sono rimaste lettera morta, e nel silenzio complice delle istituzioni l’immobile è stato oggetto di manutenzione dai soli soggetti che lo vivono quotidianamente.

Le Canossiane non sono un “bene privato” sottratto con la forza: sono un bene restituito alla città e ai suoi bisogni. Dove c’era abbandono e degrado oggi c’è vita. Dove c’era vuoto oggi c’è socialità, cura, resistenza. Nella missiva minacciano denunce per “danni a persone e cose”, ma la vera ferita è quella inferta ogni giorno a chi è costretto a vivere senza un tetto sulla testa.

Eppure ancora una volta, la risposta non è il dialogo, non è la ricerca di una soluzione condivisa: è la minaccia della repressione, della denuncia, dello sgombero. Respingiamo questo attacco e ribadiamo con determinazione che non ce ne andremo.

L’edificio di via Arnoni rappresenta un luogo simbolo della Cosenza migliore, quella della lotta per la casa, della solidarietà, dell’impegno collettivo per i diritti sociali di tutti e tutte. Non sarà sicuramente la miopia istituzionale e le lettere di rilascio dell’immobile dell’istituto delle Canossiane a mettere in discussione il progetto sociale che stiamo costruendo da anni e che porteremo avanti con ogni mezzo necessario. Rilanciamo, ancora una volta, la necessità dell’apertura di un tavolo vero sull’emergenza abitativa in città»