Lotta alla violenza di genere, premiato a Rende il giornalista Gianluigi Nuzzi
Premiato per il suo impegno da giornalista e scrittore contro la violenza di genere, impegno esercitato anche attraverso la trasmissione tv Quarto Grado in onda su Retequattro, Gianluigi Nuzzi ha ricevuto a Rende il riconoscimento conferito, nell’ambito del Festival Nazionale Cultura d’Impresa, dall’Academy Awards e dal sistema Unsic, l’Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori di Cosenza, a margine di un incontro dibattito sul tema Giustizia e Media cui ha partecipato anche il magistrato Annamaria Frustaci.
Nuzzi ha così tenuto fede all’impegno di ritirare personalmente il premio, una preziosa targa realizzata a mano dal maestro orafo Domenico Tordo, dopo che un attacco febbrile gli aveva impedito di partecipare alla cerimonia ospitata nello scorso mese di dicembre, al Teatro Auditorium dell’Università della Calabria. All’iniziativa, coordinata da Piero Cirino ed introdotta da Carlo Franzisi, presidente di Unsic Cosenza e direttore artistico del Premio Cultura d’Impresa, ha partecipato inoltre il consigliere regionale della Calabria Ferdinando Laghi.
Il retaggio culturale ancora radicato nella società civile, rappresenta uno degli ostacoli più duri da superare nel contrasto alla violenza di genere «nonostante le campagne di sensibilizzazione promosse a tutti i livelli in Italia» ha sostenuto tra l’altro Nuzzi nel suo intervento. «Per produrre effetti sui costumi e le abitudini degli individui ci vogliono generazioni – ha aggiunto -. Non dimentichiamo che solo poche decine di anni fa in questo Paese era ancora in vigore la legge sul delitto d’onore. Inoltre da una parte non abbiamo il quadro della dimensione reale del fenomeno poiché molte persone non denunciano i soprusi subiti sotto il profilo fisico, psicologico, economico. Dall’altra però non sappiamo neppure quante violenze vengono evitate proprio grazie alle tante iniziative sul tema condotte nelle scuole, dalle amministrazioni pubbliche, dalle forze dell’ordine».
Sul punto Annamaria Frustaci ha messo in evidenza l’importanza delle agenzie formative «della famiglia e delle scuole, il nucleo nel quale si plasmano gli individui e dove bisogna coltivare i germogli della parità e della inclusione. È la più efficace prevenzione da mettere in atto. Poi però devono essere rafforzati gli strumenti di sostegno a coloro che intraprendono il coraggioso percorso della denuncia. Abbiamo raggiunto traguardi importanti ma non basta: bisogna accompagnare le vittime di violenza sia durante il processo ma anche lungo la strada dell’emancipazione e del riscatto in particolare economico». Nei contesti criminali i rischi si amplificano, ha detto ancora il magistrato: sono del tutto assimilabili a quelli dei testimoni di giustizia.
«Per questo la tutela dello Stato deve consentire l’opportunità di iniziare una nuova vita in una località protetta. Senza falle e senza offrire il fianco a possibili ritorsioni, come purtroppo accaduto in passato». Sulla libertà di informazione Gianluigi Nuzzi ha parlato di progressiva compromissione del diritto ad informare subito dai cronisti: «Sono d’accordo con la definizione che Giampaolo Pansa dà del giornalista, indicato come cane da guardia del cittadino. La riforma Cartabia ed altri recenti provvedimenti legislativi restrittivi, minano un mestiere sempre più difficile da esercitare poiché c’è una crisi dell’informazione, una crisi della reputazione del giornalista, una crisi economica perché l’informazione è spalmata online ed è in diretta permanente. Quindi i cronisti hanno grande difficoltà. Però dico una cosa forse impopolare – ha affermato – Sono a favore dell’ordine dei giornalisti perché il giornalista che sbaglia deve pagare. Se Nuzzi sbaglia deve pagare perché così legittima gli altri che svolgono bene il loro lavoro». Nel video in apertura di articolo l’intervista rilasciata al nostro network.