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08/08/2025 ore 07.00
Societa

Orsomarso: «Il programma di protezione a Francesco Occhiuzzi è una sconfitta sociale»

Il senatore di Fratelli d’Italia: «Non possiamo lasciare la Calabria a mafiosi e usurai. Serve comunità e rispetto»

di Redazione
Fausto Orsomarso, senatore di Fratelli d'Italia

«Mi spiace molto l’ipotesi che anziché confinare altrove usurai e mafiosi ci sia l’ipotesi che sia Francesco Occhiuzzi a dover lasciare la Calabria per una località segreta per tutelare lui e la sua famiglia». A commentare la decisione di sottoporre a programma di protezione il direttore dei Palinsesti di LaC Tv, è il senatore di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso.

«Francesco Occhiuzzi, per gli amici FrankyO, è stato in una terra difficile l’espressione di energia e di vitalità. Ha prodotto contenuti, costruito eventi, fatto in poche parole il suo lavoro costruito in anni di gavetta ed esperienza. A lui e a quelli come lui ho sempre portato un grande rispetto perché manifestare energia e fare impresa rischiando, causa indiretta della sua vicenda personale di usura, è quello che manca di più a questa terra».

«Spesso - prosegue Orsomarso su Facebook - si dà sempre e solo responsabilità alla politica quando è sotto gli occhi di tutti un corpo sociale narcotizzato, di chi commenta senza fare o rischiare nulla e che dovrebbe unirsi, anche insieme alla buona politica, per narcotizzare la paura e isolare ogni arroganza del potere a partire da quello mafioso».

«Questa vicenda, queste latitudini, questo nostro qualunquismo che si basa sul basta che non tocchi a me, hanno ferito Francesco, la sua vita professionale e familiare ma in generale feriscono ogni giorno tutto noi perché sono la principale causa sociale, economica, politica ed antropologica del nostro perenne essere sempre ultimi e in ritardo di sviluppo e anche di attrazione di investimenti», continua il senatore di Fratelli d’Italia.

«Ho sentito Francesco in queste settimane più di quanto lo abbia mai fatto in vita mia, ho sentito e ringraziato il Procuratore Fiordalisi che ha offerto a Francesco e più in generale alla lotta alla criminalità il riferimento certo e autorevole dello Stato. Ogni atto di mediocrità e arroganza del potere, sia esso mafioso o anche politico, va isolato a destra o a sinistra. Serve ritornare a fare comunità intorno alle istituzioni,le imprese, la famiglie e soprattutto tra persone serie», aggiunge Orsomarso.

«Francesco è un uomo come tutti noi e avrà anche fatto errori e sarà caduto e si sarà rialzato come tutti nella vita (e vale anche per i suoi persecutori che possono ancora pentirsi e cambiare). Francesco non voleva essere un duro o un eroe voleva, anche con i suoi difetti di uomo normale, vivere libero e con dignità. Io credo che il primo appello a tutte le istituzioni e alla nostra comunità di calabresi perbene, a partire dalla sua Cetraro, sia quella di non voltarci dall’altra parte ma di lavorare nel contesto sociale, anche con quelle persone che per vari motivi scelgono di delinquere e anche a loro va data opportunità di redimersi, e di interrogarci insieme sulla cultura del rispetto che non potrà mai essere quello della cultura mafiosa ma solo quello della libertà e della giustizia sociale».

«La partenza obbligata di Francesco Occhiuzzi, per quanto sia previsto dal programma di protezione che riguardano casi come il suo, è un ulteriore pezzo della nostra sconfitta sociale e non riguarda solo la politica (perché prima del mio ruolo istituzionale resto un orgoglioso cittadino calabrese) ma tutti noi e la nostra eventuale indifferenza», conclude Orsomarso.