Pentagon Pizza Index: quando la guerra si annuncia con una quattro stagioni
“Se vuoi la pace, preparati alla guerra”, dicevano i latini. Ma per chi osserva da vicino le dinamiche degli Stati Uniti, la massima moderna potrebbe essere: “Se parte un conflitto, controlla le ordinazioni di pizza”. È l’assurdo ma persistente principio alla base del cosiddetto Pentagon Pizza Index, un indicatore ufficioso – ma spesso preciso – che lega l’aumento delle consegne di pizza nei dintorni del Pentagono all’imminenza di operazioni militari, scrivono i giornali online italiani come TgCom24, Repubblica e Corriere della Sera.
Tutto comincia negli anni della Guerra Fredda. Secondo alcune fonti dell’ex intelligence sovietica, quando nelle ore notturne aumentavano le richieste di cibo nei centri operativi USA, spesso seguivano movimenti sospetti o decisioni cruciali. Da allora, tra analisti e commentatori si è diffuso il termine Pizzint, fusione tra “pizza” e “intelligence”, per descrivere questa teoria informale. Negli anni, la curiosa ipotesi ha trovato riscontri sempre più frequenti.
L’episodio più recente è del 2025, a ridosso dell’attacco statunitense contro Teheran. A poche ore dal blitz, le pizzerie nei pressi del Dipartimento della Difesa sono state letteralmente prese d’assalto: in particolare una sede di Papa John’s ha ricevuto – secondo testimonianze rilanciate su X – un’ondata di ordini anomala. Intanto il vicino Freddie’s Beach Bar, solitamente affollato, appariva insolitamente vuoto. Poche ore dopo, le forze americane lanciavano l’offensiva sull’Iran.
Non è un caso isolato. Già il 12 giugno 2025, una raffica di ordini nelle pizzerie di Arlington aveva preceduto un’importante operazione israeliana. E altri precedenti storici non mancano: prima dell’invasione di Grenada nel 1983, durante l’attacco a Panama del 1989, e anche nelle fasi preparatorie dell’intervento contro Osama Bin Laden nel 2011, le pizze consegnate nei pressi del Pentagono risultavano in netto aumento.
La storia divenne di dominio pubblico nel 1990, quando il Time pubblicò un articolo in cui si raccontava di una sede di Domino’s che, nella notte dell’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, aveva evaso ben 21 ordini in pochi minuti. L’anno dopo, il Los Angeles Times intervistò Frank Meeks, proprietario di una catena di pizzerie con 43 punti vendita nella capitale: “I reporter dormono, ma i nostri rider sono sempre operativi”. Da lì, Meeks divenne una leggenda della “pizza geopolitica”.
Anche durante il caos politico interno, il termometro del formaggio fuso non sbagliava: nel 1998, un picco di ordinazioni coincise con l’apertura delle udienze per l’impeachment di Bill Clinton. “Sta andando tutto a rotoli”, commentò Meeks al Deseret News, mescolando sarcasmo e cronaca.
A ben vedere, anche nei meccanismi più sofisticati della difesa militare, i dettagli più ordinari possono diventare spie rivelatrici. Nelle notti in cui si prendono le decisioni più delicate, pare che una delle prime preoccupazioni sia: “Che si mangia?”. Se le pizzerie restano operative a pieno ritmo, potrebbe essere il momento di tenere d’occhio la prossima breaking news internazionale.