Planetario Cosenza, il futuro non è ancora passato. «Il sogno è rinnovarlo in toto»
Quando parla del Planetario il sindaco di Cosenza Franz Caruso storce la bocca. «Sono dispiaciuto, ma adesso pensiamo al futuro». Il futuro sembrava passato da un pezzo prima che un piccolo crimine -qualche sbandato che forza l’entrata, ruba qualcosa e mangia una pizza – facesse intendere che di tempo non ce n’è più. L’accelerata è arrivata come un ordine dai piani altissimi: «Dobbiamo riportarlo in funzione».
Sì, ma come? I problemi, sappiamo, sono tantissimi, ma niente di insolubile. Caruso, addirittura, pensa in grande. Alla luce dei nodi da sciogliere – efficientamento energetico che ancora deve passare in Consiglio, gara di gestione, controllo tecnico – sembra quasi un azzardo. «Stiamo inventariando i danni – spiega -. Non c’è alcun mistero intorno a quello che è avvenuto. Hanno rubato fili di rame, un vecchio hard disk senza alcun valore e sì, hanno tentato di maneggiare la lente, chissà che speravano di trovare. Hanno smontato diversi pezzi lasciandoli poi lì per terra. Abbiamo trovato centinaia e centinaia di piccoli aghi, almeno così abbiamo pensato all’inizio, invece erano le minuscole luci che servivano a proiettare le stelle sulla volta semisferica. Per evitare di cagionare un danno maggiore ho sospeso le operazioni di pulizia all’interno fino all’arrivo dei tecnici che ci diranno come fare».
Il grande dubbio era sullo stato della lente che rappresenta il motore del Planetario. «Ci metteremo in contatto con i tecnici della Zeiss e stiamo valutando i costi dell’intervento che copriremo con i nostri fondi di bilancio, ma ce la faremo, lo assicuro. Riportare in vita questa struttura è un impegno che voglio portare avanti».
Intanto c’è una ditta che dovrà rendere conto, secondo Caruso, del suo operato. Il sindaco di Cosenza non si capacita dell’usura che fin da subito ha intaccato l’esterno del Planetario. «Non sono ancora scaduti i termini dei dieci anni dalla fine dei lavori, quindi possiamo benissimo avanzare reclami e, nella migliore delle ipotesi, pretendere che siano fatti lavori di rifacimento a carico della ditta stessa. Mi parlano addirittura di riverniciature con lo spray, mi chiedo se questa sia una tecnica che assicuri una tenuta duratura, in caso contrario chiameremo ai danni».
Caruso non mette limiti alla Provvidenza. «Ricordiamoci che quando questa struttura è sorta le strumentazioni erano già non più all’avanguardia, se si conta l’intervallo tra la progettazione e l’apertura vera e propria. Nonostante siano ottime macchine, quelle che girano all’interno del Planetario, sono già datate. Non è un’ipotesi peregrina quella di sostituirle con altre nuove di zecca. Basta intercettare i fondi giusti. Una cosa è certa: quest’opera è stata inaugurata incompleta e rischiava di restare incompiuta. Cercheremo di porre rimedio noi».