Premio Camilleri, presentata la prima edizione della gara letteraria
L’8 marzo, in occasione della festa della Donna, il Comune di Parenti e il Comune di Rogliano hanno ospitato due appuntamenti importanti: la Scuola Secondaria di primo grado Parenti e il Liceo Scientifico Rogliano hanno accolto Arianna Mortelliti, scrittrice e autrice del libro “Quel fazzoletto color melanzana”, secondo della sua trilogia.
I due incontri, presso i due istituti, hanno visto coinvolte diverse figure, istituzionali e non, che hanno arricchito con la loro presenza e i loro interventi questa giornata dedicata alla cultura e alla bellezza. Moderatrici impeccabili durante i due incontri, Eveline Belcastro, docente e assessore, e Miriam Coccari, docente e giornalista. Arianna Mortelliti, laureata in scienze biologiche, lavora come insegnante a scuola, ma non hai mai smesso di coltivare la sua passione per la scrittura.
«Ho iniziato a scrivere quando ero davvero piccola. Inizialmente, non volevo condividere quello che scrivevo. Così, custodivo tutto sul pc in un file che portava il nome di un ortaggio, sicura che nessuno potesse mai sospettare che lì io stessi scrivendo un libro» racconta l’autrice.
Arianna Mortelliti, nipote del celebre Andrea Camilleri, è la degna erede di un nonno che tutti amiamo. In “Quel fazzoletto color melanzana”, il titolo è un dettaglio che aiuterà il lettore a scoprire la verità, la verità di fatti atroci, nascosti dal timore e dalla parvenza di un piccolo paese di provincia. Come in tutti i piccoli paesi, soprattutto del sud, dove la vita è cadenzata dalle abitudini, che come dice Agnese, la nonna di Lara, rendono tutto più vivibile e accettabile. Ma Lara fugge, in una continua tensione emotiva fra il voler essere presente e questa voglia di fuggire, ma non sapeva nemmeno lei bene da cosa, lo percepiva e basta.
«Siamo di fronte ad un romanzo nuovo nel panorama letterario contemporaneo. Lara apprende della tragica morte dei genitori in un incidente automobilistico; ed è a partire da questo accaduto che la protagonista compie un viaggio interiore, scoprendo una verità scomoda. In questo romanzo, che difficilmente può essere collocato in un genere, sono contenuti più mondi e quindi più generi. Potrebbe essere un romanzo psicologico, potrebbe essere un romanzo giallo, ancora, potrebbe essere un romanzo di avventura. C’è un mutamento di stile, il quale cresce insieme alle storie , e man mano che ci si avvicina alla verità, lo stile sembra diventare più fluido. La costruzione a gradini, la costruzione ascendente è tipica di tante opere, qualcosa che spinge ad acquisire coscienza gradatamente e si diventa altro. Un libro che conduce alla riflessione, quantomeno a compiere noi stessi un viaggio interiore e a porci anche noi delle domande» spiega Alberico Guarnieri, critico letterario.
«Uno scrittore assorbe inevitabilmente tante istanze letterarie che si depositano dentro di sè ed emergono quanto meno lo si aspetta. Fra i tanti requisiti che ha questo romanzo c’è quello della coralità, non facile da realizzarsi in un’opera letteraria. Costruire un intreccio narrativo tenendo in vita e facendo agire in modo coerente tanti personaggi. Qui si muove un gruppo di personaggi, come nei Malavoglia, ed ecco perché non c’è un solo protagonista: Lara diventa protagonista nel momento in cui gli altri personaggi agiscono intorno a lei. “Quel fazzoletto color melanzana” è un romanzo che si può già definire un classico, perché ha una struttura che soddisfa questi requisiti».
Come farà, dunque, Lara a gestire questo terribile segreto, e cosa farà quando lo stesso sarà rivelato, mentre sta ancora combattendo per realizzare la morte dei suoi genitori? Durante gli incontri con l’autrice Arianna Mortelliti, è stato presentato anche il Premio Nuovi Narratori indetto dal Fondo Andrea Camilleri, di cui Arianna Mortelliti è la direttrice artistica. Il Premio intende valorizzare la scrittura in differenti forme, seguendo un percorso che ricalchi le orme del lavoro di Andrea Camilleri.
«Il 2025 è un anno importante perché se mio nonno fosse ancora qui avrebbe compiuto 100 anni. Il Premio è, dunque, un’iniziativa della famiglia per festeggiare il suo compleanno. Mio nonno ha raggiunto il successo a 70 anni, ma ha iniziato a scrivere da quando ne aveva 14. Il mio desiderio è quello di portare alla luce chi era mio nonno prima che diventasse famoso con Montalbano. Il Premio è rivolto ad autori ed autrici di radiogrammi, racconti brevi, fiabe per bambini e poesie. Le opere devono essere inedite e le categorie sono divise in “chiù picca di sissanta” e “chiù assà di sissanta”, proprio perché nonno raggiunse il suo successo molto tardi, ma comunque con l’intento di coinvolgere anche le giovani generazioni» spiega l’autrice.
Questa è la prima edizione del premio e i partecipanti devono sconfinare nell’ ”oltre la ragione”, come accade ai tre protagonisti della trilogia delle Metamorfosi di Andrea Camilleri. «Qualsiasi categoria deve calcare questo tema, ma ho scelto “oltre la ragione” per questa prima edizione proprio per il periodo storico che stiamo vivendo, in cui “oltre la ragione” in questo senso descrive il peggio di come si va oltre la ragione per amore. E far venir fuori, invece, che andare oltre la ragione per amore significa qualcosa di più elevato e bello».
Le opere inedite sono già state inviate entro il 6 febbraio e a tutt’oggi sono vagliate dal Fondo Andrea Camilleri e visionate dai circoli di lettura delle biblioteche di Roma. E a quanto pare, sembra che qualche opera abbia già rapito l’attenzione. Le opere vincitrici saranno pubblicate in un’antropologia edita dalla Casa Editrice Gamma Edizioni; mentre il radiodramma vincitore sarà prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e trasmesso su Rai Radio Tre. (Alessandra Bruno)