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10/10/2025 ore 10.51
Societa

Rende, l’incendio a Villaggio Europa per le associazioni Beni Comuni «è un atto doloso»

In una nota poi chiedono all’amministrazione comunale chiarezza sui tempi di assegnazione degli spazi. A rincarare la dose il Laboratorio Civico dell’ex sindaco Manna

di Redazione

«Dopo lo sconforto per le brutte immagini viste, deve rinascere la voglia di lottare, non può essere un incendio doloso a fermare un Quartiere che vuole fare della comunità la sua bandiera contro un individualismo sistemico imposto da chi vuole rendere le nostre vite sempre più misere. Povere di relazioni, deprivate di cultura, immiserite degli aspetti di una socialità di base». A scriverlo in un comunicato sono le associazioni Beni Comuni di Villaggio Europa a Rende. Gli spogliatoi di un campetto da calcio hanno preso fuoco stanotte, fiamme documentate dai gestori del posto e dai residenti.

«Questa – scrivono – è la nostra denuncia e la nostra lotta contro chi ha inteso distruggere, bruciare, un bene pubblico costruito con le risorse di tutti. Una denuncia partita a maggio quando trovammo le porte della segreteria aperte e proseguita a giugno rendendoci disponibili alla cura del bene seguendo i principi avanzatissimi del regolamento dei Beni Comuni di Rende da noi stessi redatto insieme ad altre associazioni rendesi molto significative e radicate sul territorio. Purtroppo, dobbiamo dire chiaramente che, nonostante le nostre prese di posizione, la struttura è stata lasciata per troppo tempo abbandonata a sé stessa. Un epilogo che poteva essere tranquillamente prevenuto si è permesso che accadesse».

«Oggi – proseguono - non possiamo esimerci dal chiedere all’Amministrazione Comunale di farci capire con molta chiarezza i motivi di questo prolungarsi dei tempi di assegnazione. Abbiamo ringraziato la Giunta Comunale perché una parte della nostra proposta è stata accettata poco tempo fa: i campi sono di fatto un Bene Comune cittadino. Non si è portato però a compimento l'iter che implicava un’assegnazione degli spazi prendendo atto del nostro “Patto di Collaborazione” a suo tempo discusso e protocollato o magari di altri “Patti di Collaborazione” nel frattempo pervenuti. Il protrarsi della decisione ci ha condotti allo stato attuale delle cose».

«Chiediamo, vista la natura chiaramente dolosa e la gravità dell’atto compiuto – concludono - che l’Amministrazione venga nel Quartiere e ci spieghi le motivazioni di questo ritardo e di come vuole agire nell’immediato futuro. Noi possiamo fare la nostra parte di cittadini consapevoli, attivi e amanti dei nostri luoghi, ma non dovremmo essere lasciati soli rispetto all’arroganza di un manipolo di “interessati”, che siano del Quartiere o esteri allo stesso, che ha evidentemente deciso altri scenari per il nostro mai troppo amato Villaggio Europa!».

Il Laboratorio Civico di Manna rincara la dose

A fare loro eco è il Laboratorio Civico, il gruppo politico che fa capo all’ex sindaco Marcello Manna. «Ancora una volta assistiamo a un’amministrazione comunale che preferisce i proclami alle azioni concrete – evidenziano -. In pochi mesi è riuscita a distinguersi più per gli annunci che per i risultati, e il caso del Villaggio Europa ne è la prova evidente. L’incendio avvenuto la scorsa notte negli spogliatoi del campetto di calcio ne è la prova lampante».

«Riconoscere un bene comune, ai sensi del regolamento comunale, non è un gesto simbolico né un atto politico da sbandierare, ma un percorso amministrativo preciso, trasparente e partecipato. Occorrono atti formali, impegni concreti, il coinvolgimento degli uffici competenti e l’attivazione delle procedure necessarie per dare legittimità a quanto proclamato. Che senso ha – si chiedono - dichiarare “bene comune” uno spazio che rimane chiuso, lucchettato e abbandonato a se stesso? Il senso dei beni comuni è opposto: riqualificare, restituire vita, aprire gli spazi alla comunità, creare luoghi di socialità e partecipazione. Solo così si possono prevenire atti vandalici, solo così si restituisce dignità a ciò che l’abbandono trasforma inevitabilmente in degrado. Le parole, da sole, non bastano più».

«Serve il coraggio di passare dai proclami ai fatti, di mettere in moto la macchina burocratica e amministrativa, di rispettare le regole e i cittadini che credono ancora nella cura condivisa dei beni comuni. Un’amministrazione che chiude ciò che dovrebbe aprire, che promette partecipazione ma pratica l’esclusione, non amministra: recita. E i cittadini - secondo il Laboratorio Civico - hanno imparato a riconoscere la differenza».