Rende, l'opposizione contro il taglio degli alberi "pinus Pinea": i cittadini insorgano
«Fermare Attila! Fermare il massacro dei “pinus Pinea” della ex SS 19 bis e di piazza De Vincenti». Maria Pia Galasso, segretario Federazione Riformista di Rende, Marina Simonetti, presidente di AttivaRende, Francesco Beltrano, consigliere comunale di Rende, Sandro Principe, consigliere comunale di Rende e Domenico Talarico, consigliere comunale di Rende sono tornati sull’argomento degli alberi che il comune di Rende sta tagliando. «Nonostante le denunce fatte dai nostri movimenti politici giorni fa, la cosiddetta amministrazione comunale di Rende continua imperterrita a perseguire il folle disegno di demolire e/o deturpare i punti più belli della nostra
città. Dopo le facciate delle scuole – scrivono -, il Centro Sociale “Roberta Lanzino” di Saporito, imbrattati
indecorosamente, dopo il Ponte ecomostro sul torrente Surdo, dopo la costruzione di innumerevoli cupole
su quello che fu tra i più apprezzati impianti tennistici del Mezzogiorno d’Italia (una vera violenza al
paesaggio e alla bellezza a fronte di pochi euro al mese di affitto), dopo le puzzolenti ed inguardabili isole
ecologiche, dopo il sistematico massacro dei pini nell’era Manna, adesso tocca a quelli rimasti sulla SS 19
bis ed ai 15 esemplari di piazza De Vincenti. Per poter abbattere legittimamente alberi così maestosi si deve
accertare, con una perizia eseguita da un professionista competente in materia, la pericolosità o la malattia
di ogni singolo esemplare. A Rende, invece, si vorrebbe procedere approfittando di una perizia generica,
assolutamente inadeguata ed insufficiente per autorizzare la strage. Ci rivolgiamo a tutte le Autorità
Competenti, alle Associazioni Ambientaliste, ai Vigili Urbani, ai cittadini rendesi, affinché ognuno, per
quanto di propria competenza, si attivi per impedire questa vergogna lesiva del legittimo interesse a
preservare la salubrità dell’ambiente urbano. Con l’occasione denunciamo l’intenzione stravagante di
deturpare piazza San Giovanni, pitturando con vernice lavabile bianca i muretti di mattoni a faccia vista e
demolendo la pedana di tufo leccese bianco realizzata per l’esibizione di artisti e/o per la celebrazione della
Santa Messa; questo scempio per costruire un inutile gradinata di accesso ad una piazza che di accessi ne
ha attualmente quattro».