Resti umani all’Umberto I di Cosenza: la scoperta shock dello youtuber Antonio Lavitola
Il trentaduenne, che ha da poco aperto un proprio canale sulla nota piattaforma di condivisione video, ha condiviso il filmato che ha già fatto il giro della città
Un luogo conosciuto da tutta la città di Cosenza, ma anche temuto: l’ex manicomio Umberto I, a due passi dal Castello Svevo-Normanno, nel corso degli anni ha acquisito la fama di luogo maledetto. Un po’ come le haunted houses americane. Quanto ha però scoperto lo Youtuber Antonio Lavitola ha dell’incredibile: uno scheletro in piena regola, sepolto in un tumulo neanche troppo improvvisato. E il video, in poche ore, già sfiora le 10mila visualizzazioni. Non male per un canale aperto da pochi mesi che si ritrova in un boom di notorietà. Ma non è tutto oro quello che luccica: «La cosa è parecchio preoccupante – ci dice Lavitola al telefono – perché non era la prima volta che andavamo lì e ne sono certo: quelle ossa non c’erano».
L'INTERVISTA | Antonio Lavitola, dal sogno di Rio a Youtube: come rinascere da un infortunio - VIDEOLavitola, che nella vita lavora come informatore scientifico ma che, prima di un grave infortunio, era un pugile professionista che andò a un passo dalla partecipazione a Rio 2016, da inizio 2025 ha deciso di aprire un canale Youtube. «Spesso esploriamo luoghi abbandonati, molti dei quali in provincia di Cosenza – ha spiegato – e da tempo avevamo in mente, insieme a un altro youtuber che si chiama Alessandro Voltasio, che vanta un canale da 2600 iscritti e ha come sogno nel cassetto proprio quello di diventare un’icona di Youtube, di far visita proprio all’Umberto I». Una visita quasi dovuta per diversi appassionati dell’occultismo calabrese, ma un ritrovamento così non era mai stato fatto. «L’impatto, come si vede anche dal video (qui l’integrale), è stato scioccante. Non c’era solo il teschio, c’era un femore enorme, c’era un vero e proprio ossario. Non ci era mai successo di trovare resti umani, quindi dovevamo capire innanzitutto come muoverci».
Così, una volta usciti dall’Umberto I dopo il rinvenimento dei resti umani, i ragazzi di Cosenza hanno chiamato il 112: «L’inizio della chiamata apre il video – racconta ancora Lavitola – e poi ci hanno detto che se ne sarebbero occupati loro. Ovviamente ci hanno raccomandato di non tornarci, ma la cosa diventa preoccupante: per quanto ne sappiamo, potrebbero essere tranquillamente dei reperti archeologici. E chissà cos’altro c’è che non abbiamo visto», conclude. Di certo c’è che questa scoperta, appena verrà presa in consegna dalle Forze dell’Ordine, cambierà la visione che molti hanno dell’ex manicomio.