Nasce la Rete degli Anfiteatri della Provincia di Cosenza
L’iniziativa, promossa dal sindaco di Castiglione Cosentino Salvatore Magarò, punta a valorizzare i teatri all’aperto del territorio con una strategia condivisa
Una rete per unire i luoghi simbolo dello spettacolo dal vivo nella provincia di Cosenza. È la proposta lanciata dal sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò, che ha scritto ai primi cittadini del territorio invitandoli a costituire la “Rete degli Anfiteatri della Provincia di Cosenza”, un progetto di cooperazione culturale e territoriale.
L’iniziativa mira a creare un sistema coordinato per la valorizzazione e gestione condivisa dei numerosi anfiteatri presenti nei comuni cosentini, molti dei quali oggi poco utilizzati o in stato di abbandono.
Un patrimonio da riscoprire
Dall’anfiteatro di Acri a quello dei Ruderi di Cirella, dal “Costantino Belluscio” di Altomonte al “Maria De Rosis” di Corigliano-Rossano, fino alle arene di San Fili, Spezzano Sila, Oriolo, Luzzi e Villapiana Scalo: un patrimonio artistico e sociale unico che racconta la storia e l’identità di decine di comunità locali.
«Questi spazi - scrive Magarò nella lettera ai sindaci - rappresentano un patrimonio culturale e sociale straordinario, capaci di favorire la partecipazione dei cittadini, promuovere il turismo culturale e sostenere lo sviluppo artistico locale».
Tra i punti chiave della proposta: recupero e manutenzione degli spazi in disuso; programmazione coordinata di stagioni teatrali e musicali; strategie comuni di comunicazione e marketing culturale; dialogo costante con la Regione Calabria per accedere a fondi e bandi specifici; collaborazioni con scuole, associazioni e artisti locali per favorire la partecipazione diffusa.
L’incontro a Rende
Il primo incontro operativo è fissato per giovedì 20 novembre 2025, alle ore 17:00, presso la Sala Londra del Museo del Presente di Rende. Sarà l’occasione per confrontarsi sulle modalità di adesione alla rete, sulla pianificazione degli interventi e sulla ricerca di risorse condivise.
«Sono certo - conclude Magarò - che, con il contributo di ciascun Comune, potremo trasformare questa rete in un modello virtuoso di cooperazione culturale, capace di valorizzare il nostro patrimonio e di attrarre nuove opportunità di sviluppo per i cittadini e per il territorio».