Riscaldamenti, quando possiamo accenderli a Cosenza (caldo permettendo) e come risparmiare
Con il clima estivo di questi due mesi, è difficile pensare ai riscaldamenti, però il freddo potrebbe arrivare da un momento all’altro (da una parte si spera) quindi meglio arrivare preparati, anche perché la legge prevede delle scadenze precise e delle zone climatiche precise.
Zone e indicazioni
I riscaldamenti si possono accendere in caso di impianto centralizzato in oltre la metà degli 8mila comuni italiani, vale a dire quelli della cosiddetta “zona climatica E”, che comprende grandi città come Milano, Torino, Bologna, Ravenna, Parma, Venezia, Trieste, Treviso, a partire dal 22 ottobre fino al 7 aprile per 13 ore al giorno, mentre per gli altri Comuni l’avvio segue le indicazioni date dalla divisione del Paese in fasce climatiche (zone climatiche).
Cosa prevede la legge per posticipare (o anticipare) l’accensione
A causa dell’arrivo anticipato o posticipato del freddo, può essere possibile accendere prima o dopo la data prevista gli impianti termici, ma per una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime. La decisione ultima, in caso di eventi climatici particolari, spetta dunque ai Sindaci delle singole città; ogni condominio, poi, può decidere autonomamente ma sempre all’interno delle decisioni prefissate: quindi gli impianti non possono essere accesi prima e spenti dopo.
Il nostro Paese è diviso in sei zone climatiche, ognuna con proprie date per l’accensione dei riscaldamenti negli edifici dove l’impianto è centralizzato. È il Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto del 1993 a stabilire le modalità e le limitazioni sull’accensione dei riscaldamenti in Italia, suddividendo il territorio nazionale in 6 zone climatiche in base alla media delle temperature giornaliere. La zona A (comuni con gradi-giorno inferiori a 600), B (tra 600 e 900); C (tra 901 e 1400), D (tra 1401 e 2100), E (tra 2101 e 3000) ed F (comuni con gradi-giorno superiori a 3000).

Quando possiamo accendere i riscaldamenti
Secondo quanto disposto dalle regole indicate dal Piano Nazionale di contenimento dei consumi di gas, l’accensione del riscaldamento 2023/2024 è stata così predisposta:
- Zona A: per ore 5 giornaliere dall’8 dicembre 2023 al 7 marzo 2024; Comuni di Lampedusa e Linosa (AG); Porto Empedocle (AG)
- Zona B: per ore 7 giornaliere dall’8 dicembre 2023 al 23 marzo 2024; Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani.
- Zona C: per ore 9 giornaliere dal 22 novembre 2023 al 23 marzo 2024; Imperia; Latina; Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto.
- Zona D: per ore 11 giornaliere dall’8 novembre 2023 al 7 aprile 2024; Genova; La Spezia; Savona; Forlì; Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo; Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia.
- Zona E: per ore 13 giornaliere dal 22 ottobre 2023 al 7 aprile 2024; Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli; Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza; Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti; Campobasso; Enna; L’Aquila; Potenza.
- Zona F: nessuna limitazione; Nord-Ovest: Cuneo; Nord-Est: Belluno; Trento.
Inoltre la temperatura dei riscaldamenti dovrà essere ridotta di 1 °C come segue:
- a 17 °C con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
- a 19 °C con più o meno 2 gradi di tolleranza di tolleranza per tutti gli altri edifici (scuole, abitazioni, uffici, etc.).
L’adozione di una serie di comportamenti virtuosi può contribuire a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente. In particolare tra i comportamenti da promuovere troviamo:
- riduzione della temperatura;
- riduzione della durata delle docce;
- riduzione del tempo di apertura dell’acqua calda;
- rinnovare l’aria di una stanza tenendo le finestre aperte pochi minuti più volte al giorno (mentre lasciarle troppo a lungo aperte comporta solo inutili dispersioni di calore);
- chiudere, quando possibile, persiane e tapparelle o mettere tende pesanti che riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
Volendo prevedere interventi sulla casa invece:
- scegliere rubinetti sostenibili, che limitano l’accensione dello scaldabagno (oltre che il consumo idrico);
- utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo;
- sostituire vecchi infissi con altri isolanti (con doppi vetri o tripli in base alle esigenze climatiche e camera d’aria con argon, in materiali altamente coibentanti come ad esempio PVC e legno, a taglio termico e con una particolare attenzione all’insonorizzazione e al comfort acustico interno dell’abitazione);
- verificare che i cassonetti delle tapparelle siano ben coibentati in modo da evitare infiltrazioni d’aria che possono alterare il comfort della casa;
- prevedere un isolamento efficace dell’involucro edilizio;
- installazione, quando possibile, di pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas;
- installazione, quando possibile, pannelli solari termici per produrre acqua calda.
Migliorare la coibentazione dell’abitazione è un passo molto importante poiché riduce significativamente il fabbisogno energetico. La realizzazione di un isolamento termico a cappotto dell’involucro e in particolare la coibentazione della copertura, riduce le dispersioni tra il 40 e il 50%. È utile isolare, oltre ai muri, tetto e soffitto.
Ulteriori risparmi possono conseguirsi con misure comportamentali mirate al contenimento del dispendio di elettricità, dai piccoli comportamenti quotidiani virtuosi (come il non lasciare apparecchi in standby) ad interventi più incisivi come:
- sostituire elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti (con un’occhio di riguardo all’etichetta energetica);
- sostituire climatizzatori con quelli più efficienti;
- sostituire lampadine tradizionali con quelle a led.
Dieci consigli per risparmiare
Per risparmiare in bolletta, ecco dieci regole pratiche – suggerite anche da Enea – per scaldare al meglio le case evitando sprechi.
1) Esegui la manutenzione degli impianti: chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013).
2) Controlla la temperatura degli ambienti: scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa prevede una temperatura di 19 gradi più 2 di tolleranza (ma 18 gradi +2 sarebbero più che sufficienti a garantire il comfort necessario).
3) Attenzione alle ore di accensione: è inutile tenere acceso l’impianto termico di giorno e di notte. Il tempo massimo di accensione giornaliero varia per legge a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.
4) Installa pannelli riflettenti tra muro e termosifone: è una soluzione semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore, soprattutto nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento. Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno.
5) Scherma le finestre durante la notte: chiudendo persiane e tapparelle o collocando tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
6) Evita ostacoli davanti e sopra i termosifoni: posizionare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria, ostacola la diffusione del calore verso l’ambiente ed è fonte di sprechi. Attenzione, inoltre, a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte che comporta solo inutili dispersioni di calore.
7) Fai un check-up alla tua casa: chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo da fare per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi-benefici. Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento, anche fino al 40%, gli interventi diventano ancora più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali.
8) Scegli impianti di riscaldamento innovativi. Dal 2015, tranne poche eccezioni, si possono installare solo caldaie a condensazione. È opportuno valutare la possibilità di sostituire il vecchio generatore di calore con uno a condensazione o con pompa di calore ad alta efficienza. Sono disponibili anche caldaie alimentate a biomassa e sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) abbinati a impianti solari termici per scaldare l’acqua e fotovoltaici per produrre energia elettrica. Anche per questi interventi è possibile usufruire degli sgravi fiscali.