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23/12/2025 ore 06.30
Societa

Saldi senza soldi, in Calabria sconti al via il 3 gennaio

Potere d’acquisto in diminuzione anche per le famiglie cosentine, i commercianti sperano di recuperare con l’anticipo delle svendite. Ma l’e-commerce fa ancora la parte del leone

di Alessia Principe

Nemmeno il tempo di archiviare gli acquisti di Natale e di pensare a quelli della Befana che in Calabria è già tempo di saldi. Mai così presto era scattata la stagione delle svendite: l’avvio è stato fissato al 3 gennaio, praticamente a ridosso di Capodanno e con un giorno di anticipo rispetto allo scorso anno.

Un segnale che non arriva per caso. Inutile negare l’evidenza: l’aumento dei prezzi di abbigliamento, profumeria, casalinghi e giocattoli (gli articoli più gettonati come regali) ha rappresentato un vero salasso per le famiglie, già alle prese con stipendi fermi e potere d’acquisto eroso. Il risultato è stato un consumatore sempre più prudente, che nel 2025 ha tagliato non solo sulle spese voluttuarie, ma anche su alimentari, cene fuori e regali. Un contesto che ha spinto, di fatto, ad anticipare sempre più il ricorso ai saldi come leva di vendita.

Il quadro che emerge dalle analisi delle associazioni di categoria è tutt’altro che rassicurante. Secondo Confcommercio, nei prossimi dieci anni Cosenza potrebbe registrare un calo demografico del 4,3% e la chiusura del 20,7% dei negozi. Una proiezione che descrive un dramma annunciato per il commercio di prossimità e che chiama in causa politiche urbane, fiscali e sociali non più rinviabili.

Sulla stessa linea Confesercenti, che commentando i dati Istat relativi al 2025 parlava apertamente di famiglie che «razionalizzano gli acquisti al ribasso». L’anno appena concluso, secondo l’associazione, incanala il quarto anno consecutivo di riduzione del volume delle vendite al dettaglio, confermando una crisi non più congiunturale ma strutturale.

Un dato su tutti fotografa il cambio di mentalità dei consumatori. In un’analisi condotta da Confcommercio Cosenza sui saldi estivi 2025, emerge un cliente meno impulsivo e più attendista: il 57% dei calabresi dichiara di attendere i saldi per effettuare acquisti pianificati, segno che il prezzo è diventato la variabile decisiva, spesso l’unica.E basta dare un’occhiata alla città per capire come le grandissime catene di marchi a basso costo siano le uniche affollate, a danno degli altri negozi che sono praticamente schiacciati da una concorrenza impari.

In questo scenario, l’avvio del 3 gennaio assume il valore di un vero e proprio crash test. Una prova per capire se la domanda reale regge ancora, quanto sia elastica rispetto al prezzo e se il commercio di prossimità riesca a competere con l’ecosistema online, che da anni sottrae quote crescenti di mercato. A pesare sono soprattutto i colossi dell’ultra fast fashion e dell’e-commerce low cost, come Shein e Temu, capaci di intercettare una clientela sempre più sensibile al prezzo e meno fidelizzata al negozio fisico, o il colosso Amazon che permette di fare shopping dal divano e pagando anche a rate.

La partita dei saldi, dunque, va ben oltre le percentuali di sconto: è uno stress test sul futuro del commercio urbano, in una Calabria dove i bilanci familiari restano sotto pressione e la sopravvivenza dei negozi di vicinato appare sempre più legata a fattori strutturali, non solo stagionali.