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21/08/2025 ore 14.31
Societa

San Giovanni in Fiore, presentata l’associazione "#Siamo tutti Serafino...nel segno di Antigone"

La moglie del 48enne morto dopo una lunga attesa al Pronto soccorso: «Ognuno di noi potrebbe trovarsi nella sua stessa situazione»

di Emilia Canonaco

Si è svolta ieri sera la manifestazione a San Giovanni in Fiore per la presentazione dell'Associazione "#Siamo tutti Serafino...nel segno di Antigone", fondata dai familiari di Serafino Congi,  il 48enne deceduto a bordo di un'ambulanza lungo la Statale 107 dopo lunghe ore di attesa nel Pronto soccorso di San Giovanni in Fiore. 

Sono tutte donne le fondatrici della associazione “Siamo tutti Serafino nel segno di Antigone. L’associazione mira ad ottenere trasparenza e chiarezza in merito a quanto accaduto il 4 gennaio e alle altre tragiche vicende avvenute nei mesi scorsi. L’obiettivo dell' associazione - spiega Caterina Perri, moglie di Serafino Congi - è quello di rompere il silenzio opposto da chi detiene il potere. 

Antigone rappresenta un simbolo carico di significato. La paura è che il potere abbia interessa a mantenere il silenzio su quanto accaduto (si veda anche la vicenda di Carlotta La Croce, la ragazzina Italo Svizzera). L’associazione è gratuitamente aperta a chiunque voglia associarsi, la speranza è quella di crescere sul territorio e rompere questo muro di silenzio. Abbiamo mandato diverse missive a tutti i livelli istituzionali. Potevamo fare due cose: disperarci privatamente o incanalare il dolore e trasformarlo in qualche cosa di positivo per la comunità.

Noi quel giorno eravamo a casa dei genitori di Serafino, il quale si sente male e chiede di essere portato in Ospedale. Arriviamo al Pronto soccorso alle ore 14:30, entra in codice giallo e il primo elettrocardiogramma viene eseguito alle ore 15,15. Come appreso dalle fonti giornalistiche che hanno fatto inchiesta il suo ingresso viene registrato alle 15,38 e senza fare illazioni mi chiedo legittimamente se questo non sia dipeso dalla volontà di nascondere il fatto che l’unica ambulanza in quel momento disponibile sia stata destinata al trasporto di un paziente geriatrico che è stato trasferito in Crotone.

La passeggiata in ricordo di Serafino Congi[Missing Credit]

Meritiamo come calabresi lo stesso diritto alle cure come i cittadini di altre regioni di Italia, siamo un comune montano e in caso di condizioni meteorologiche avverse risulta difficile raggiungere l’Ospedale di Cosenza. Il sistema attuale con le sue connessioni territoriali ha dimostrato quanto possa essere fallace in casi di urgenza. Non comprendiamo come mai nessuno delle istituzioni abbia mai fatto pubblicamente riferimento alla vicenda di Serafino - un chiaro riferimento ai rappresentanti Istituzionali di Regione e Comune di San Giovanni in Fiore - Serafino lavorava alla Regione Calabria ed era una persona molto conosciuta in quell’ambiente.

Dobbiamo rompere il silenzio perché ognuno di noi potrebbe trovarsi nella situazione in cui si è trovato Serafino. Non ci risulta che dal 4 gennaio sia cambiato nulla nel servizio di emergenza urgenza e pronto soccorso. Eppure la vicenda di Serafino avrebbe dovuto sollecitare la assunzione di misure e provvedimenti adeguati per evitare il ripetersi di quanto accaduto.

La vicenda di Carlotta La Croce, la ragazzina dodicenne morta le scorse settimane a Catanzaro dopo l'attesa di una ambulanza a Soverato per più di due ore, conferma che nulla è cambiato, che in Calabria si continua a morire senza correre ai ripari. Come si può rimanere passivi rispetto ad una condizione nella quale in molti territori non sono garantite le condizioni minime di sicurezza?

Noi attendiamo giustizia per quanto è accaduto a Serafino ma anche perché si ponga fine a questa condizione assurda nella quale siamo costretti a vivere. La Calabria è una Regione dell'Italia ed i calabresi hanno diritto ad una sanità alla pari di un cittadino lombardo, veneto o toscano. La nostra Associazione nasce per questo: per chiedere Giustizia e per affermare il diritto alla tutela della vita attraverso un servizio sanitario degno di una regione appartenente ad un Paese civile.