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02/07/2025 ore 21.09
Societa

Sandro Sottile e il racconto musicale del Sud: tra tradizione, storia e magia - VIDEO

Il musicista calabrese svela il suo ultimo album, un viaggio tra ritmi ancestrali, brigantaggio e feste popolari, accompagnato da collaborazioni con grandi artisti del panorama meridionale
di Alessia Principe

Sandro Sottile, musicista e polistrumentista originario di Rogliano, è stato ospite negli studi di Cosenza Channel per presentare il suo ultimo lavoro, Il Sud che balla. Un album che si presenta come una vera e propria dichiarazione d’amore verso il Sud Italia, e in particolare verso la Calabria, terra che Sandro conosce e vive profondamente. «Il mio sud è un sud che io immagino migliore di questo», racconta Sottile, «anche se il nostro sud è bello, è bellissimo, ma è una terra bella e maledetta, con le sue peculiarità ma anche con i suoi difetti». Il suo racconto musicale è un viaggio fatto di ritmi, suoni e melodie che esaltano la bellezza e le contraddizioni di questa terra, tra allegria e magia, ma anche tra luci e ombre.

Sottile sottolinea come il suo rapporto con il Sud non sia nato con quest’ultimo disco, ma sia da sempre parte della sua identità artistica. «Parlo di Sud da anni, non solo con questo album», spiega, «e il mio modo di raccontarlo si rifà soprattutto ai suoi ritmi, alle sue magie, ai suoi strumenti, ai suoi canti». La musica diventa così un mezzo per narrare le storie, le tradizioni e le emozioni di questa terra affascinante ma complessa.

L’album, infatti, contiene anche brani che affrontano temi storici profondi, come il Risorgimento e il brigantaggio, che Sottile sente vicini e importanti da tramandare. In particolare, i pezzi Qui si fa l’Italia o si muore e Giosafatte Talarico rappresentano due momenti di questa narrazione. Riguardo al primo brano, ispirato a una frase attribuita a Garibaldi, Sandro spiega: «È la famosa frase che Garibaldi disse al suo luogotenente Nino Bixio: “Qui si fa l’Italia o si muore” – ma non sappiamo se sia storia o leggenda. Ho scritto la canzone in modo ironico, perché questa frase è quasi un’arma a doppio taglio». Riguardo invece a Giosafatte Talarico, racconta: «È un brigante di Panettieri, il mio paese, che divenne brigante per onore: un signorotto abusò della sorella e lui lo uccise, poi si diede alla macchia. È una storia un po’ fantastica, ma reale, ed è morto di vecchiaia».

Non mancano nel disco altre testimonianze di tradizioni locali, come il brano Luminere, ispirato a una suggestiva manifestazione di Pendolone, in provincia di Catanzaro. Sandro racconta: «I Lumineri accendono i loro pupattoli imbevuti di naffeta, e da lontano le montagne sembrano un rosario luminoso. È un evento straordinario, non semplice da fare, molto suggestivo».

Tutti gli album di Sandro Sottile sono stati registrati nella sua Rogliano, negli studi di RSP Studio, luogo di aggregazione e scuola di musica che ha contribuito a creare una vera e propria comunità musicale locale. «Mi sono circondato di persone molto capaci, tra cui mio figlio e la sua band», racconta. «Io sono il frontman, l’input per il gruppo, e continuerò a guidarlo più a lungo possibile». Il suo tour è già partito e lo vedrà protagonista in vari eventi e locali della Calabria, portando in giro per la regione e non solo la sua musica che racconta il Sud.

Tra le collaborazioni più importanti, Sandro cita Eugenio Bennato, amico e fonte di ispirazione, con cui ha condiviso un brano e un videoclip, Noi Meridionali, un inno alle radici comuni dei popoli del Sud Italia. «Eugenio mi ha definito una volta “brigante dentro e fuori” – e mi sento davvero così», confessa. Ha inoltre lavorato con Tonie Sposito, percussionista napoletano leggendario che ha suonato con Pino Daniele, portando così nel suo lavoro una connessione con la grande tradizione musicale del Sud.

La filosofia comune che lega questi artisti, secondo Sottile, è quella di raccontare il Sud con passione e autenticità, attraverso la musica che porta con sé antichi ritmi e magie, tramandate da generazioni e che arrivano fino a oggi. «Il Sud contiene magie che ci accomunano», dice, «è come una grande famiglia, e nei suoi tamburi c’è l’eredità dell’Africa da cui tutto deriva».

Sandro suona principalmente la chitarra battente, uno strumento tradizionale calabrese di grande valore culturale, ma si diletta anche nella costruzione e nell’esecuzione della zampogna, altro simbolo musicale delle tradizioni del Sud. «La zampogna è più melodica della cornamusa scozzese, che è simile ma diversa – e così abbiamo anche un legame musicale con la Scozia».

La musica di Sandro Sottile non è solo suono, ma un modo per raccontare storie, conservare memorie, celebrare la bellezza e la complessità del Sud, sempre con uno sguardo critico ma pieno di amore verso la propria terra. L’album Il Sud che balla è la prova concreta di questa passione, e il suo viaggio artistico continua a coinvolgere e appassionare un pubblico sempre più vasto.