Sanremo, Brunori con il numero 10 dei fantasisti infiamma l’Ariston della finale
Numero 10, come gli attaccanti, come i capitani, i fantasisti; il numero perfetto secondo Pitagora (che in Calabria radicò la sua scuola) che lo chiamò Tetraktys, il numero che i matematici chiamano “numero felice”, semplicemente il numero per votare un fuoriclasse.
E sono proprio le dieci di sera quando Dario Brunori scende le scale dell’Ariston portando il suo L’albero delle noci per lo sprint finale sanremese (e qualcuno dalla platea ha urlato “Jamu lupiii”). Come se non bastassero le speranze e le scaramanzie, qualcuno in quel dieci ricorrente ci ha visto lo zampino della kabala e delle maglie dei campioni che hanno fatto sognare.
Dopo la serata corale Brunori torna rigorista
Il cantante, per restare sulla metafora sportiva, stasera è tornato a essere il rigorista solitario davanti al portiere, dopo la performance corale di ieri, quando sul palco la band al completo ha dato voce e musica a “L’anno che verrà”, dedicata al compianto Paolo Benvegnù. Entrato in scena con il suo classico “saltino“, si è preso la scena in un elegantissimo smoking. Stasera è scattato l’applauso mentre cantava “L’albero delle noci”, e caloroso il pubblico ha accompagnato l’uscita di scena del cantante cosentino il cui destino festivaliero è ora nelle mani del televoto e dei giurati. «Grazie è stata un’esperienza straordinaria» ha detto.
Come votare
Il codice per il cantautore cosentino è il 10
- Da telefono fisso: Componi il numero 894.001 e segui le istruzioni del messaggio preregistrato. Ti verrà richiesto di digitare il codice a due cifre associato all’artista prescelto. Il costo di ciascuna chiamata da utenza fissa è di 0,51 euro IVA inclusa.
- SMS da telefono mobile: Invia un SMS al numero 475.475.1 con il codice a due cifre dell’artista che desideri votare. Il costo dell’SMS varia in base al tuo operatore telefonico.
Il codice a due cifre per Dario Brunori nella finale di Sanremo è il codice 10.

L’album “L’albero delle noci” è già un successo
Intanto l’album di Brunori (il firmacopie in Calabria ci sarà il 20 febbraio all’Unical), trainato dal singolo sanremese, e anticipato da “Il morso di Tyson”, è fuori da un giorno e ha già conquistato al primo ascolto. Tra i brani più condivisi ci sono la ballata in dialetto cosentino “Fin’ara luna”, la toccante lettera di un uomo alla sua donna ormai lontana tra le stelle, “La vita com’è”, e lo stornello “Pomeriggi catastrofici”, che rievoca le arie della scuola milanese — quella degli Jannacci e dei Gaber — e fotografa l’attimo di un tempo scanzonato, trasformandolo in una fulminea sceneggiatura musicale saporitissima, già destinata a diventare un cult da cantare e stracantare (magari in famiglia con un Cynar in mano).
Verso il rush finale
Ormai manca solo una manciata di ore per conoscere chi ci sarà su quel podio. All’una e mezza Carlo Conti svelerà la cinquina e quando le lancette sfioreranno le due, arriverà il verdetto di gara.
Il festival tramonterà prima dell’alba ma resterà un’edizione memorabile a queste latitudini. Brunori a Sanremo (nello scatto in alto il cantante con la figlia Fiammetta dietro le quinte della finale) è stato capace di unire la Calabria senza bisogno di ponti o sermoni. Qualcuno l’ha fatto anche santo, per goliardia, il 31 agosto, quando nascono gli amori e l’estate muore, in omaggio al verso di Guardia ’82. Di sicuro un miracolo l’ha fatto davvero diventando l’unico propheta in patria. Diceva il vecchio slogan sanremese: comunque andrà sarà un successo. Nel caso di Brunori più che un augurio è già una certezza.