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17/10/2025 ore 16.19
Societa

Spezzano Albanese, se una strada diventa un percorso di sopravvivenza

Situazione insostenibile che va avanti da decenni senza che nessuno sia mai intervenuto in modo concreto, il risultato è che noi produttori locali rischiamo la vita e in più perdiamo clienti e fornitori

di Salvatore Scarlato*

Egregio direttore, sono un imprenditore agricolo e un padre di famiglia come tanti, che ogni giorno si alza presto per lavorare, per costruire un futuro dignitoso e garantire ai propri figli una vita serena. Ma da anni mi ritrovo a combattere con una realtà inaccettabile: la strada comunale sterrata che percorro quotidianamente è diventata un percorso di sopravvivenza, più che una via di collegamento.

Quando piove — come sta accadendo giorni — quella strada diventa un pantano impraticabile. La macchina slitta, non riesce a salire, spesso si mette di traverso, costringendomi a fermarmi o a rischiare di finire fuori strada. E non si tratta di un caso isolato: è una situazione cronica, che va avanti da decenni.

Negli anni ho sollecitato più volte il Comune, i Vigili Urbani, ho inviato PEC, fatto segnalazioni verbali, chiesto interventi urgenti, ma nessuno è mai intervenuto concretamente.
Dall’amministrazione attuale, guidata dal sindaco Nociti, non ho ricevuto risposte né progetti, solo silenzio e indifferenza.

Il problema non è solo mio: riguarda anche chi lavora, chi produce, chi tiene viva la nostra terra.
Come imprenditore agricolo, ho bisogno di una viabilità minima per far arrivare e uscire i mezzi, per consegnare i miei prodotti, per ricevere clienti e fornitori. Invece, mi trovo a perdere clienti che non riescono più a raggiungermi, a vedere crollare le vendite, e con esse, la serenità della mia famiglia.

Mi sento abbandonato da chi dovrebbe rappresentarmi, dopo trent’anni di promesse mai mantenute.Mi chiedo: è davvero troppo chiedere una strada sicura e praticabile? È troppo chiedere rispetto per chi lavora, paga le tasse e tiene in vita l’economia locale?

Non scrivo per polemica, ma per dignità. Perché non voglio diventare uno di quei padri che non riescono più a dare da mangiare ai propri figli per colpa di una burocrazia cieca e di una politica sorda.

Mi rivolgo a chi di dovere — all’amministrazione comunale, al sindaco, agli uffici tecnici — affinché questa situazione venga presa finalmente in mano, con fatti concreti e non con le solite parole di circostanza.

Spezzano Albanese è la mia casa, la mia terra.Non voglio lasciarla, ma non voglio più viverla come una condanna. Ridateci la possibilità di camminare, lavorare e vivere con dignità.

                                                                                                                       *imprenditore agricolo