Sulle tracce del Vivarium: alla ricerca del monastero perduto di Cassiodoro
Un muro riemerge a Squillace e riaccende il mistero del cenobio fondato dal senatore romano. Mistery Hunters e Mystica Calabria: “La nostra terra ha ancora molto da raccontare”
Tra gli ulivi e gli agrumeti della costa ionica calabrese, un’antica struttura muraria affiora dal terreno e riaccende i riflettori su uno dei più grandi enigmi della storia culturale italiana: dove si trova il Vivarium, il monastero fondato nel VI secolo da Cassiodoro, il visionario senatore romano che salvò il sapere dell’antichità?
Un frammento di muro, ritrovato per caso durante una piantumazione a Squillace, potrebbe rappresentare una delle chiavi per decifrare il mistero. Ma non si tratta solo di archeologia. Il Vivarium Project, lanciato nel luglio 2025, è un’operazione scientifica, culturale e spirituale che unisce Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Soprintendenza Archeologica, studiosi italiani e internazionali, e anche le associazioni culturali Mistery Hunters e Mystica Calabria, che hanno scelto di documentare e divulgare ogni passo di questo affascinante viaggio nel tempo.
“Siamo orgogliosi di affiancare il team del Vivarium Project – spiegano Alfonso Morelli e i volontari di Mistery Hunters –. Questa ricerca ha un valore simbolico enorme: ridare voce a una delle più grandi figure del patrimonio culturale europeo e riscrivere il ruolo della Calabria nella storia del pensiero occidentale.”
Tra silenzio e memoria: Cassiodoro, l’uomo che salvò i libri
Cassiodoro non fu solo politico e letterato: fu l’anello di congiunzione tra il mondo classico e il Medioevo cristiano. Dopo aver servito alla corte ostrogota di Teodorico, abbandonò la politica per fondare a Squillace il Vivarium, un monastero con scriptorium in cui monaci laici copiavano testi sacri e profani, salvando capolavori greci e latini dalla distruzione. Il suo era un vivaio dell’anima e della mente: un laboratorio culturale in cui convivono spiritualità, studio e manualità. Un’idea rivoluzionaria, che anticipa di secoli il modello universitario.
Eppure il Vivarium si dissolse. Nel Medioevo fu assorbito da altre congregazioni e la memoria di Cassiodoro oscurata. Oggi, con questa nuova stagione di scavi, si tenta una “riparazione storica”.
Il Vivarium Project: archeologia, collaborazione e visione
Gli scavi si svolgono nella tenuta dell’Antica Villa Ceraso, nei pressi del Parco archeologico di Scolacium. Coordinati dal professor Gabriele Castiglia e dal dottor Domenico Benoci, i lavori coinvolgono decine di studenti italiani e internazionali. Le prime scoperte? Una villa romana suburbana attiva fino al VII secolo, un calidarium, sepolture gotiche, ceramiche e strutture coeve a Cassiodoro. La coincidenza con le fonti storiche è suggestiva: questa potrebbe essere davvero l’area del Vivarium.
“La natura stessa sembra voler restituire ciò che il tempo ha nascosto,” commentano le associazioni Mystica Calabria e Mistery Hunters, che hanno documentato lo scavo con foto e video esclusivi. “La Calabria non è solo cronaca nera, è anche culla di civiltà.”
Un monastero che parla in silenzio
Il Vivarium era un luogo di silenzio e scrittura. Oggi si scava in silenzio, ma con lo stesso obiettivo: salvare la memoria. Ogni coccio, ogni pietra, ogni frammento può raccontare qualcosa. E in questa terra rossa di Squillace, forse si nasconde ancora l’inizio di una nuova narrazione identitaria per tutta la Calabria.
“Il nostro obiettivo – dichiara Francesco Cuteri, docente all’Accademia di Belle Arti – è valorizzare questo luogo non solo dal punto di vista accademico, ma anche artistico, sociale e turistico. Serve un museo, un parco, un cammino culturale.”
Le associazioni Mistery Hunters e Mystica Calabria, che hanno ricevuto autorizzazione a documentare gli scavi dai direttori Castiglia e Benoci, stanno già lavorando a un video di approfondimento con interviste, immagini e materiali esclusivi.
“Il Vivarium è ancora vivo – conclude Alfonso Morelli –. Cassiodoro non ha mai smesso di scrivere. Sta a noi oggi saperlo leggere.”