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16/06/2025 ore 23.21
Societa

Tirocinanti, l’affondo dei sindaci calabresi: «Comuni lasciati soli, serve un tavolo tecnico per la stabilizzazione»

I primi cittadini contro l’accordo Regione-sindacati: «Nessuna sostenibilità economica, piattaforma fallita. Serve responsabilità vera»
di Redazione

La vertenza TIS in Calabria torna al centro del dibattito politico e istituzionale. A prendere la parola, con un documento condiviso, sono oltre 200 sindaci calabresi che puntano il dito contro la Regione e l’accordo siglato con i sindacati per la stabilizzazione dei 4mila tirocinanti. «Sbagliato e scorretto immaginare che la vertenza si potesse risolvere scaricando ogni onere sulle Amministrazioni comunali», denunciano i primi cittadini.

La protesta nasce dal mancato accoglimento della richiesta di proroga dei termini per la manifestazione d’interesse sulla piattaforma regionale, che – spiegano – non ha alcun vincolo e si è rivelata uno strumento fallimentare. “I Comuni hanno aderito in molti casi solo per senso di responsabilità, ma hanno chiarito che, in assenza del superamento delle criticità, non sarà possibile alcuna concretizzazione”.

Nel mirino anche il tentativo di creare una contrapposizione artificiosa tra Comuni ‘buoni’ e ‘cattivi’, basata su una narrazione che – secondo i sindaci – mina il principio di equità tra gli enti locali e alimenta tensioni sociali.

“La Regione ha creato il bacino, non i Comuni”

Il documento ribadisce che la genesi del precariato TIS è da attribuire alla Regione Calabria e non agli enti ospitanti. “I Comuni non possono essere accusati di alcuna forma di sfruttamento. Al contrario, hanno offerto disponibilità nel tempo per garantire un sostegno sociale a tante famiglie”.

Pesanti le critiche anche all’accordo firmato tra Regione e sindacati senza la presenza dei Comuni, considerati i veri protagonisti dell’eventuale percorso di assunzione. “Un colpo di mano istituzionale che tenta di ribaltare le responsabilità”.

La richiesta: tavolo tecnico e fondi statali

I sindaci chiedono ora l’apertura immediata di un tavolo tecnico con il Governo per costruire una soluzione strutturata, condivisa e sostenibile, capace di garantire la stabilizzazione senza ricadute insostenibili sui bilanci comunali.

Servono fondi nazionali, non annunci o forzature – si legge ancora –. Qualsiasi altro percorso è irrealizzabile e rischia di penalizzare proprio i lavoratori, per i quali ci impegniamo a promuovere iniziative istituzionali nei prossimi giorni”.