Vecchio, diranno che sei vecchio...
«Aiuto, aiuto!» L’hanno sentita gridare con la forza della disperazione, ma sono rimasti impotenti davanti a una porta chiusa. Invalicabile, come quel muro che Vincenza aveva alzato tra sé e gli altri condomini. «Viveva qui da almeno vent’anni, ma non è mai entrata in confidenza con nessuno». Giuseppe, custode del complesso “Grimoli” di Quattromiglia, è in ferie da qualche giorno ma accetta di scambiare qualche parola al telefono: «Usciva soltanto di mattina per andare a fare la spesa e poi si rintanava in casa per tutto il resto della giornata. A volte si fermava alla guardiola, ma soltanto per segnalare il malfunzionamento di qualcosa. Non mi ha mai raccontato niente della sua vita e io non le ho mai fatto domande. Era originaria della Sicilia, di lei non so nient’altro. È una storia triste, davvero molto triste».
Allertati dai vicini, i vigili del fuoco hanno sfondato il portone di ingresso e trovato Vincenza riversa a terra: la vita era già volata via da lei. Senza il conforto di un familiare, senza qualcuno che le tenesse la mano tra le mani. È morta da sola Vincenza, così come aveva vissuto gli anni della vecchiaia, con le tapparelle sempre abbassate, quasi a voler lasciare il mondo fuori. Urlava nel cuore della notte Vincenza, e il suo dolore squarciava all’improvviso il silenzio che avvolgeva il palazzo: un lutto, una separazione, una perdita: non lo sapremo mai. Giuseppe il custode rimescola i ricordi: «Gli assistenti sociali per un periodo sono venuti a trovarla, ma all’improvviso non li ho più visti». I vigili del fuoco, tornati in caserma, hanno compilato la scheda dell’intervento: la storia solitaria di Vincenza è finita sulla memoria di un computer che, prima o poi, qualcuno resetterà.
«Abbiamo chiesto al Comune l’elenco degli anziani che vivono da soli, in modo da poterli contattare e offrire loro i nostri servizi ma ci hanno risposto che, per questioni di privacy, non è possibile. Adesso rinnoveremo la richiesta ai commissari prefettizi, sperando di avere più successo». Elena Hoo, responsabile dell’Auser di Rende, considera la solitudine il più grande dei mali: «Esistono tanti strumenti di comunicazione però purtroppo, sempre più spesso, a mancare sono le relazioni umane».
Auser, lo scorso mese di marzo, ha attivato il servizio di telefonia sociale: un numero rivolto agli anziani che vivono da soli: se chiamano, troveranno qualcuno disposto ad ascoltarli. (327.8965584 – lunedi/giovedi dalle 16 alle 18 – martedì/venerdì dalle 10 alle 12). Il progetto, finanziato dal ministero delle Politiche sociali e dalla Regione, è dedicato agli over 65 che vivono nell’area urbana ed è partito in sordina: «Abbiamo affisso le locandine con il numero di telefono nelle parrocchie e negli altri luoghi frequentati dagli anziani. Gli iscritti al nostro centro hanno fatto il passaparola, segnalandoci situazioni di disagio di cui erano a conoscenza».
Nelle prime settimane, il telefono sembrava non voler suonare: poi, una dopo l’altra, sono arrivate le prime chiamate. Gabriella Cesareo è volontaria Auser da meno di un anno: «Ho iniziato come maestra di balli di coppia, poi mi è stato proposto di occuparmi anche del servizio di telefonia sociale e non mi sono tirata indietro». Quando le hanno parlato di Osvaldo e delle sue gravi condizioni di salute, Gabriella non ha esitato un attimo e lo ha contattato: «Ha 85 anni, vive da solo ed è quasi cieco. Mi sono presentata, ho spiegato il motivo della telefonata e un attimo dopo lui mi aveva già raccontato metà della sua vita. Siamo rimasti a parlare per più di un’ora e gli ho detto che presto sarei andato a trovarlo. Promessa che, naturalmente, ho mantenuto».
“La cittadinanza non ha età“. La frase, che campeggia sulla carta intestata dell’Auser di Rende, non è stata scelta a caso: «Gli anziani si considerano spenti e privi di utilità sociale. Il solo compito di crescere i nipoti non basta per sentirsi una persona con dignità e diritti al pari di tutti gli altri». Elena Hoo intravede i rischi di una nuova forma di isolamento: quello digitale: «Se le persone anziane sono in grado di utilizzare i social, internet e gli smartphone, allora riescono a cavarsela da soli. Ma se non conoscono le nuove tecnologie, invece hanno bisogno di aiuto. Da settembre contiamo di offrire quest’ulteriore servizio a domicilio».
Quando, terminate le ferie, Giuseppe tornerà a fare il custode nella guardiola dell’elegante complesso “Grimoli” di Quattromiglia, noterà che i maestosi alberi ai quali i suoi occhi si erano ormai abituati non ci sono più. E anche quell’anziana signora – che di mattina tornava a casa con le buste della spesa senza dire troppe parole – se n’è andata in una calda domenica d’estate, senza dare troppo disturbo.