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29/07/2023 ore 08.30
Societa

Vecchio, diranno che sei vecchio...

Una settimana fa, il dramma di un'anziana signora trovata morta in casa dai vigili del Fuoco. Intanto, l'Auser di Rende ha attivato un numero di telefono sociale rivolto agli over 65. Elena Hoo: «La solitudine è il più grande dei mali»
di Emilia Canonaco

«Aiuto, aiuto!» L’hanno sentita gridare con la forza della disperazione, ma sono rimasti impotenti davanti a una porta chiusa. Invalicabile, come quel muro che Vincenza aveva alzato tra sé e gli altri condomini. «Viveva qui da almeno vent’anni, ma non è mai entrata in confidenza con nessuno». Giuseppe, custode del complesso “Grimoli” di Quattromiglia, è in ferie da qualche giorno ma accetta di scambiare qualche parola al telefono: «Usciva soltanto di mattina per andare a fare la spesa e poi si rintanava in casa per tutto il resto della giornata. A volte si fermava alla guardiola, ma soltanto per segnalare il malfunzionamento di qualcosa. Non mi ha mai raccontato niente della sua vita e io non le ho mai fatto domande. Era originaria della Sicilia, di lei non so nient’altro. È una storia triste, davvero molto triste».

Allertati dai vicini, i vigili del fuoco hanno sfondato il portone di ingresso e trovato Vincenza riversa a terra: la vita era già volata via da lei. Senza il conforto di un familiare, senza qualcuno che le tenesse la mano tra le mani. È morta da sola Vincenza, così come aveva vissuto gli anni della vecchiaia, con le tapparelle sempre abbassate, quasi a voler lasciare il mondo fuori. Urlava nel cuore della notte Vincenza, e il suo dolore squarciava all’improvviso il silenzio che avvolgeva il palazzo: un lutto, una separazione, una perdita: non lo sapremo mai. Giuseppe il custode rimescola i ricordi: «Gli assistenti sociali per un periodo sono venuti a trovarla, ma all’improvviso non li ho più visti». I vigili del fuoco, tornati in caserma, hanno compilato la scheda dell’intervento: la storia solitaria di Vincenza è finita sulla memoria di un computer che, prima o poi, qualcuno resetterà.

«Abbiamo chiesto al Comune l’elenco degli anziani che vivono da soli, in modo da poterli contattare e offrire loro i nostri servizi ma ci hanno risposto che, per questioni di privacy, non è possibile. Adesso rinnoveremo la richiesta ai commissari prefettizi, sperando di avere più successo». Elena Hoo, responsabile dell’Auser di Rende, considera la solitudine il più grande dei mali: «Esistono tanti strumenti di comunicazione però purtroppo, sempre più spesso, a mancare sono le relazioni umane».

Auser, lo scorso mese di marzo, ha attivato il servizio di telefonia sociale: un numero rivolto agli anziani che vivono da soli: se chiamano, troveranno qualcuno disposto ad ascoltarli. (327.8965584 – lunedi/giovedi dalle 16 alle 18 – martedì/venerdì dalle 10 alle 12). Il progetto, finanziato dal ministero delle Politiche sociali e dalla Regione, è dedicato agli over 65 che vivono nell’area urbana ed è partito in sordina: «Abbiamo affisso le locandine con il numero di telefono nelle parrocchie e negli altri luoghi frequentati dagli anziani. Gli iscritti al nostro centro hanno fatto il passaparola, segnalandoci situazioni di disagio di cui erano a conoscenza».

Nelle prime settimane, il telefono sembrava non voler suonare: poi, una dopo l’altra, sono arrivate le prime chiamate. Gabriella Cesareo è volontaria Auser da meno di un anno: «Ho iniziato come maestra di balli di coppia, poi mi è stato proposto di occuparmi anche del servizio di telefonia sociale e non mi sono tirata indietro». Quando le hanno parlato di Osvaldo e delle sue gravi condizioni di salute, Gabriella non ha esitato un attimo e lo ha contattato: «Ha 85 anni, vive da solo ed è quasi cieco. Mi sono presentata, ho spiegato il motivo della telefonata e un attimo dopo lui mi aveva già raccontato metà della sua vita. Siamo rimasti a parlare per più di un’ora e gli ho detto che presto sarei andato a trovarlo. Promessa che, naturalmente, ho mantenuto».

La cittadinanza non ha età“. La frase, che campeggia sulla carta intestata dell’Auser di Rende, non è stata scelta a caso: «Gli anziani si considerano spenti e privi di utilità sociale. Il solo compito di crescere i nipoti non basta per sentirsi una persona con dignità e diritti al pari di tutti gli altri». Elena Hoo intravede i rischi di una nuova forma di isolamento: quello digitale: «Se le persone anziane sono in grado di utilizzare i social, internet e gli smartphone, allora riescono a cavarsela da soli. Ma se non conoscono le nuove tecnologie, invece hanno bisogno di aiuto. Da settembre contiamo di offrire quest’ulteriore servizio a domicilio».

Quando, terminate le ferie, Giuseppe tornerà a fare il custode nella guardiola dell’elegante complesso “Grimoli” di Quattromiglia, noterà che i maestosi alberi ai quali i suoi occhi si erano ormai abituati non ci sono più. E anche quell’anziana signora – che di mattina tornava a casa con le buste della spesa senza dire troppe parole – se n’è andata in una calda domenica d’estate, senza dare troppo disturbo.