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16/11/2024 ore 11.09
Societa

Violenza di genere, a Villa Rendano un evento per provare a costruire un futuro migliore

L’Associazione Culturale Xenìa di Cosenza, in collaborazione con la Fondazione Attilio e Elena Giuliani e con il patrocinio della Camera Penale di Cosenza ha organizzato “Violenza di genere, cosa genera la violenza? Prospettive normative, diritti e tutele”
di Redazione

di Paolo Mazza

Ogni settimana il Ministero dell’Interno produce un report sugli omicidi volontari e nel periodo 1° gennaio – 10 novembre 2024 sono stati rilevati 97 femminicidi, di cui 83 consumati in ambito familiare-affettivo e 51 per mano del partner o ex partner.

Sono questi numeri, in leggera flessione rispetto all’anno scorso ma comunque importanti, ad aver spinto l’Associazione Culturale Xenìa ad organizzare un evento socioculturale di rara fattura per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo spinoso e delicato tema della violenza di genere in vista del 25 novembre – Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Come ha evidenziato la Presidente dell’organizzazione no-profit cosentina Gabriella Coscarella: «L’obiettivo di questa giornata è divulgare la possibilità di conoscenza del problema, sia per le giovani generazioni che per noi adulti, con la consapevolezza di poter fare qualcosa per arginarlo».

La competente tavola rotonda è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Attilio ed Elena Giuliani e con il patrocinio della Camera Penale “Avv. Fausto Gullo” di Cosenza. Presenti all’incontro diverse figure specializzate sul tema, tra cui l’avvocato – nonché Presidente della Camera Penale di Cosenza – Roberto Le Pera: «Essere qui vuol dire partecipare ad una sessione culturale in cui la società si avvicina al tema dei diritti, che non sono i diritti della persona offesa o dell’indagato, ma sono i diritti. L’invito è quello di costruire una società improntata sulla legalità e che, quindi, prima di emettere sentenze attende la sentenza. La vera sentenza non è scritta dal popolo ma in nome del popolo».

Lo stimolo, dunque, è alla riflessione a 360°: sulla dignità delle persone, sui loro diritti, ma anche – come spiega la Dott.ssa Donatella Donato, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza – sulle motivazioni che spingono a non denunciare, a silenziare gli abusi. Motivazioni che sono culturali, ma spesso anche economiche, perché hanno a che fare con la concreta subordinazione della donna rispetto all’uomo.

Da dove ripartire? Il Dott. Luciano Lupo, Dirigente Nazionale SIULP, invita a riflettere sul lessico che usiamo quotidianamente e sull’educazione sessuale e sentimentale delle nuove generazioni. Bisogna abituare, sin da bambini, ad avere rispetto della cosa pubblica e dell’Altro. Un lavoro di prevenzione che deve partire dalle figure materne e paterne, ma anche da tutti quegli educatori posti nelle istituzioni pubbliche.