Santo Stefano a Cosenza è sacro: in tavola trionfa la zuppa alla Santè
Il piatto simbolo del 26 dicembre tra verza, carne, polpettine e caciocavallo filante
Oggi è Santo Stefano, ma a Cosenza è soprattutto il giorno della zuppa alla Santè. Un rito che si ripete da generazioni, puntuale come il 26 dicembre, quando alle spalle c’è già il peso – e l’onore – delle grandi abbuffate natalizie. E se qualcuno pensa che si tratti di un piatto “di recupero” o addirittura leggero, si sbaglia di grosso.
La Santè è una zuppa ricca, potente, identitaria, uno di quei piatti che raccontano una comunità meglio di mille discorsi. Una minestra solo nel nome, perché nella sostanza è un concentrato di carne, verdure, formaggio filante e pane croccante, assemblati a strati e poi inondati di brodo bollente, capace di rimettere in piedi chiunque dopo il Natale.
Il cuore della ricetta è la verza, che incontra il pollo ruspante, le polpettine di carne, il caciocavallo (o provola) e il pane casereccio tostato. Tutto disposto in una ciotola capiente e “legato” dal brodo caldo, che trasforma ogni cucchiaiata in una dichiarazione d’amore alla cucina cosentina.
È un piatto che non ammette scorciatoie né interpretazioni minimaliste. La Santè si fa come si è sempre fatta, perché è così che deve essere: abbondante, conviviale, rassicurante.
La ricetta tradizionale della zuppa alla Santè
Ingredienti per 4 persone
Per la minestra
- 1 cavolo cappuccio (circa 1,2 kg)
- sale
Per le polpettine
- 150 g di macinato di maiale (o misto)
- 1 uovo piccolo
- 2 cucchiai di mollica di pane
- 2 cucchiai di parmigiano grattugiato
- ½ spicchio d’aglio
- prezzemolo
- sale
Per il brodo
- 200 g di pollo ruspante (petto, ali e cosce)
- 1 carota
- 1 cipolla
- 1 costa di sedano
- 1 patata
- 1 pomodoro
- 1 ciuffo di prezzemolo
- 2 foglie di alloro
- sale
Per completare
- 150 g di caciocavallo o provola bianca
- 100 g di pane casereccio
- olio extravergine di oliva
- pepe nero
La preparazione segue una logica semplice e antica: brodo ricco, verza sbollentata, polpettine appena rosolate o lessate, pane tostato, formaggio a fette. Poi gli strati nella zuppiera e, infine, il brodo bollente che fonde tutto insieme, sprigionando profumi che sanno di casa e memoria.