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28/11/2025 ore 12.38
Sport

Rossanese–DB Rossoblù Luzzi a porte chiuse: decisione della Prefettura e dura replica del club bizantino

Il provvedimento mira a prevenire nuovi scontri dopo gli episodi con il Trebisacce, mentre la società ribadisce che la tifoseria è già stata  sanzionata e critica la gestione dell’ordine pubblico: «Non abbasseremo la testa dinanzi ai Don Rodrigo del terzo millennio»

di Francesco Roberto Spina

Niente pubblico allo stadio per Rossanese–DB Rossoblù Luzzi, gara valida per la dodicesima giornata del campionato di Eccellenza in programma domenica 30 novembre. La Prefettura di Cosenza, con un’ordinanza notificata questa mattina, ha infatti disposto la disputa del match a porte chiuse, motivando la scelta con ragioni di ordine pubblico. Una decisione che ha provocato la dura reazione della società rossoblù.

Nel provvedimento, il Prefetto della Provincia di Cosenza Rosa Maria Padovano, richiama i fatti dello scorso 2 novembre durante Rossanese–Trebisacce, quando un gruppo di tifosi rossanesi riuscì a raggiungere il settore ospiti dopo aver tentato di forzare i cancelli, dando vita a un fitto lancio di pietre e bastoni che provocò anche alcuni feriti. Episodi definiti “gravissimi” e che, secondo il Comitato per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, evidenziano come «la tifoseria rossanese possa dar luogo a condotte pregiudizievoli per l’ordine pubblico» anche in occasione della sfida con il Luzzi.

La replica della Rossanese: «Decisione contraddittoria e senza fondamento»

La società bizantina, però, contesta duramente l’ordinanza. «È un provvedimento ingiusto e tardivo», afferma il presidente Fabio Abbruzzese. «Ci è stato notificato 48 ore prima della gara, quando biglietti, organizzazione e personale erano già predisposti. Ma ciò che più ci lascia perplessi è la contraddittorietà dell’atto: ci viene chiesto di giocare a porte chiuse per fatti per i quali abbiamo già pagato con una squalifica del campo e una gara disputata senza pubblico a Cosenza».

Il club sottolinea inoltre che tutti i responsabili degli incidenti del 2 novembre sono stati identificati e destinatari di 16 Daspo: «Parliamo di persone che hanno l’obbligo di firma e non possono entrare allo stadio. Chi sarebbe oggi il pericolo? Le famiglie, i bambini e i cittadini che vengono per assistere alla partita?», si chiede il presidente. Abbruzzese contesta anche il metodo adottato dalle autorità: «Se ci sono altre persone ritenute pericolose, la Questura le identifichi e applichi le misure, come già fatto in passato perfino per video su TikTok. Qui invece sembra valere la logica per cui, per prendere un topo, si brucia tutta la casa. E questo non è accettabile». Il presidente conclude esprimendo amarezza e preoccupazione: «Non vogliamo tutelare facinorosi, anzi: siamo stati noi i primi a collaborare con le forze dell’ordine proprio per permettere alle tante persone perbene della città di venire allo stadio. Ma se arrivano provvedimenti del genere siamo sicuramente molto confusi».

«Esprimiamo il nostro disappunto per un provvedimento abnorme – scrive in una nota la società bizantina – , ingiusto e vessatorio, che lede l'onorabilità della nostra Società, della tifoseria e di un'intera Città, da sempre rispettose dei valori dello Sport».

E ancora: «Con tale incomprensibile e repentino provvedimento si è voluta nascondere la polvere sotto il tappeto? Dalla semplice lettura dello stesso risulta incomprensibile e puerile la motivazione sottesa al divieto di accesso ai tifosi IN UNA STRUTTURA CHE DISPONE DI BEN 5 SETTORI A CUI SI ACCEDE PER CIASCUNO IN MODO AUTONOMO!»

«E' assurdo – si legge ancora – che per un singolo episodio, per cui, nostro malgrado, siamo già stati sanzionati ed abbiamo scontato le sanzioni inflitteci, dobbiamo pagarne costantemente lo scotto perché i Ponzio Pilato di turno (arguti analisti) se ne lavano le mani!»

La Rossanese annuncia che presenterà ricorso e valuterà la richiesta di risarcimento dei danni: «Avverso tale provvedimento, iniquo ed illogico, la nostra Società non può esimersi dal proporre gravame dinanzi alle competenti Autorità Giudiziarie, oltre rivolgerci in via ufficiale alle relative Sedi Istituzionali. Nella nostra pluriennale esperienza calcistica siamo sempre stati ossequiosi delle regole e rispettosi verso tutti indistintamente, ma vedersi trattati alla stregua di una banda di vandali non lo possiamo sopportare! Non abbasseremo la testa dinanzi ai Don Rodrigo del terzo millennio! Viva la Rossanese, viva lo Sport!»