Rossano terra di campioni di pallavolo. La storia di Gabriele Laurenzano che vuole portare la sua città sul tetto d'Italia
«Al quarto set ci siam guardati e gli ho urlato “portiamo Rossano in alto!” lui mi ha fatto un cenno e lì ho capito che avremmo vinto la partita». Lui è Daniele Lavia, pluricelebrato campione del mondo dell’Italvolley. L’interlocutore è invece una giovane promessa della pallavolo italiana: Gabriele Laurenzano che a soli 19 anni ha conquistato con l’Itas Trentino la finale scudetto in un match tiratissimo contro Piacenza.
I due hanno in comune non solo la passione per il volley, ma anche la provenienza che ha portato davvero la città di Corigliano Rossano sul tetto del mondo. Eppure Laurenzano è diventato pallavolista quasi per caso. Come tutti i ragazzi della sua età la sua idea originaria era quella di giocare a pallone, forse condizionato anche dal papà Pasquale che è un vero malato di calcio.
Fino a dieci anni infatti frequenta la scuola calcio dove lavorava un amico di famiglia. Ma il sangue è sangue. La mamma Fiorina, infatti, giocava a volley nel ruolo di libero nella squadra femminile della Pallavolo Rossano. Come tutte le mamme che devono conciliare i tempi famiglia/lavoro per lei è stato naturale portare i suoi due figli agli allenamenti.
La sorella Federica, che oggi ha 24 anni, ha subito seguito le orme della madre e si è tuffata nel mondo del volley giocando nello stesso ruolo della mamma con la pallavolo Rossano. Fra l’altro è riuscita a provare l’emozione di giocare qualche partita proprio insieme a mamma Fiorina e arrivare in serie B2 anche se oggi ha deciso di prendersi un anno sabbatico.
Gabriele invece si faceva subito notare per la potenza delle sue schiacciate, provate e riprovate per ore in quella palestra che per lui era diventata una seconda casa. All’inizio in pochi però erano pronti a scommettere su quel ragazzo perché l’altezza non era proprio da schiacciatore. Ma qui entra in gioco il destino.

Qualcuno quel ragazzo lo nota eccome mentre muove i primi passi a Rossano e lo segnala a Vincenzo Fanizza, attuale terzo allenatore della Nazionale maggiore di De Giorgi nonché allenatore della nazionale under23. All’epoca Fanizza allenava la formazione della Materdomini volley Castellana ed era coach della rappresentativa pugliese. Gabriele ha solo 12 anni quando va a fare il provino per la squadra pugliese. E’ poco più di un bambino ma il mister Fanizza vede in lui il luccichio dei campioni, gli occhi della tigre. Gli cambia ruolo, lo fa giocare libero dicendosi sicuro che sarebbe diventato un campione.
A quel punto per Gabriele Laurenzano e la sua famiglia si apre uno dei classici bivi della vita: inseguire un sogno con tante incertezze o restare a Rossano? La scelta non è facile perché inseguire il sogno significa lasciare casa ad un’età in cui si ha ancora bisogno dei genitori. Ma la passione è più forte e Gabriele decide di partire. A 12 anni quindi viene tesserato dai pugliesi, ma essendo troppo piccolo per un anno fa la spola tra Rossano e Castellana. L’anno dopo però si trasferisce definitivamente in Puglia. Ha 13 anni e 2 mesi. Castellana, per fortuna, ha un settore giovanile all’avanguardia, un modello nel panorama del volley italiano. La società lo segue dandogli tutta l’assistenza possibile.

Ha una tutor che lo aiuta nello studio, vive in un appartamento con altri ragazzi anche se più grandi di lui e la sua vita è scandita da studio e allenamenti. Non è un periodo facile per lui. La lontananza da casa, dalla famiglia e dagli amici e le regole rigide da rispettare non sono facili da sopportare a soli 13 anni. Più volte chiama casa in lacrime, con la voglia di tornare. Ogni volta la famiglia si precipita a prenderlo e ogni volta lui stringe i denti, decide di restare chè la passione per lo sport è troppo forte. Poi pian piano si integra con i compagni di squadra, ricrea il suo microcosmo di interessi e amicizie, al punto da essere lui a tranquillizzare i genitori.
Acquisita la giusta serenità Gabriele inizia a mietere successi dopo successi. A 14 anni si laurea campione d’Italia vincendo la boy league, torneo riservato alle giovanili delle squadre di serie A (la prima squadra di Castellana milita nel campionato di A2). Lo stesso anno si laurea vice campione d’Italia alle finali nazionali under14 prendendo il premio come miglior giocatore del torneo. Sempre lo stesso anno a 14 anni si laurea campione d’Italia con l’under 16. Successivamente prende parte al torneo delle regioni, riservato alle rappresentative regionali. Naturalmente con la Puglia.
Nonostante la giovane età il primo anno gioca da titolare e la Puglia perde la finale contro la Lombardia. Qui viene premiato come miglior libero della manifestazione. L’anno dopo invece gli riesce l’accoppiata: campione d’Italia con la Puglia che batte il Veneto in finale e anche qui premio come miglior libero. Lo scorso anno vince lo scudetto under 19 prendendo sempre il premio come miglior libero.

Nel frattempo inizia la trafila con le giovanili della nazionale. Quinto posto all’Europeo under 16 in Bulgaria. Campione d’Europa con la nazionale under18 in Italia con premio di miglior libero d’Europa e campione d’Europa lo scorso anno con la nazionale under 20 sempre con il premio di miglior libero. Con Castellana inizia a giocare in serie B fino a due anni fa. A maggio del 2021 Taranto vince i play off di A2 e sale nella massima serie. La formazione rossoblu lo chiama per giocare da secondo libero, per lui è l’occasione per fare esperienza ai massimi livelli nazionali.
Alla seconda di campionato il sogno si trasforma in realtà. Vincenzo Di Pinto, coach di Taranto, lo mette in campo dall’inizio per non toglierlo più per tutto il campionato. A Taranto gioca un campionato strepitoso tanto che viene contattato da diversi top club. Ma la società che lo vuole a tutti i costi è Trento. Li trova un altro Rossanese campione del mondo Daniale Lavia. I due oggi vogliono portare non solo Trento, ma anche la loro Rossano sul tetto d’Italia e perchè no, anche del mondo.