Dopo 41 anni di servizio, sospeso con una telefonata della centrale Enel di Rossano
Dopo quattro decenni trascorsi tra vigilanza e portineria, Giovanni Virardi è stato informato di essere stato escluso dai turni. La UIL denuncia: «Procedura anomala, nessuna comunicazione scritta». Avs protesta
Una vita intera trascorsa nei pressi della centrale Enel di Rossano, poi una telefonata che cancella quarantun anni di servizio. È la storia di Giovanni Virardi, oggi dipendente della Cosmopol, che da quattro anni opera formalmente per questa azienda ma che, nella sostanza, lavora nello stesso sito industriale da oltre quattro decenni. L’uomo racconta di essere stato sospeso improvvisamente dal lavoro.
«È successo venerdì – spiega – mi hanno telefonato e mi hanno comunicato che ero sospeso, senza nessuna motivazione e senza preavviso». Virardi è uno di quei lavoratori che hanno accompagnato l’evoluzione della centrale fin dagli anni Ottanta. «Ho iniziato come guardia giurata – ricorda – per trentun anni ho svolto quel servizio. Poi, per volontà di Enel, è stato deciso che la portineria doveva essere gestita da personale non armato. Così io e due colleghi siamo stati ricollocati al portierato».
Da undici anni, infatti, Giovanni lavora come addetto alla portineria, con regolare contratto a tempo indeterminato. «Abbiamo conseguito anche l’attestato antincendio – aggiunge – e fino a ottobre abbiamo fatto parte della squadra interna antincendio». La sospensione è arrivata senza alcuna comunicazione scritta. «Io non ho ricevuto nulla – dice – solo quella telefonata. Eppure esiste un accordo che prevede che, in caso di carenza di personale in un reparto, il lavoratore venga spostato in un’altra area. Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione, anche perché sono il più anziano in servizio».
Dietro la calma delle parole si intuisce la preoccupazione. «Ho un mutuo, una famiglia da mantenere, due figli. Questa sospensione mi crea tantissimi problemi economici e non so davvero come andare avanti. Non capisco perché proprio io. Altri colleghi, arrivati dalla mensa e poi integrati in portineria, non sono stati toccati». Davanti ai cancelli della centrale, nella mattinata, si è formata una protesta spontanea di colleghi e cittadini. Con loro anche il segretario territoriale della UIL, Luciano Campilongo, che ha seguito il caso fin dal primo momento.
L’intervento del sindacato
«Siamo qui per sostenere il lavoratore Giovanni Virardi – spiega Campilongo – che venerdì pomeriggio ha ricevuto una telefonata in cui gli è stato comunicato che da sabato era sospeso dal lavoro. Una procedura del tutto anomala». Il sindacalista racconta i contatti avuti con l’azienda. «Abbiamo subito cercato di capire con la referente di Enel come mai fosse accaduto questo. Inizialmente ci è stato detto che la Cosmopol aveva deciso la sospensione, ma senza alcuna comunicazione formale. Si pensava a un malinteso, invece non era uno scherzo: il lavoratore è stato escluso dai turni giornalieri e settimanali».
Secondo Campilongo, la situazione era già stata oggetto di un confronto. «Appena due settimane fa avevamo avuto una riunione con la direzione della centrale e con i rappresentanti delle ditte che operano nel sito. Ci avevano assicurato che, nonostante le fasi di smantellamento della struttura, il personale del portierato avrebbe mantenuto le proprie ore e la piena occupazione. Invece oggi ci ritroviamo con un lavoratore storico escluso dal servizio, senza alcuna spiegazione». Il sindacato sottolinea l’irregolarità della procedura.
«Una sospensione deve essere formalizzata per iscritto, indicando le motivazioni – evidenzia Campilongo –. Qui non c’è nulla di tutto ciò. È stata fatta solo una telefonata, il che è del tutto fuori da ogni norma contrattuale». Il segretario UIL aggiunge che anche i vertici di Cosmopol, inizialmente contattati, sembravano non essere a conoscenza del provvedimento. «Il lavoratore ha parlato con un responsabile di Cosenza, chiedendo spiegazioni. Gli è stato detto che non sapevano nulla. Ho chiamato personalmente il dottore Bolognese, che cadeva dalle nuvole. Mi ha assicurato che avrebbe contattato il responsabile nazionale, ma ad oggi non è arrivata nessuna risposta. Anche la dottoressa Seriana ha riferito che da parte di Enel non c’è stata alcuna richiesta in merito. Insomma, nessuno sa chi abbia deciso questa sospensione e perché».
L’attesa di una risposta
La situazione è ferma, e i sindacati chiedono un incontro urgente. «Abbiamo sollecitato più volte la Cosmopol – continua Campilongo – ma ancora non abbiamo un riscontro. È inaccettabile che un lavoratore con quarant’anni di servizio venga sospeso così, senza motivazioni e senza documenti ufficiali». Secondo quanto riferito, la sospensione ha escluso Virardi dai turni regolari, sostituendolo con un altro dipendente proveniente da un diverso cantiere.
«Hanno spostato un lavoratore che operava sulla statale 106 – spiega Campilongo – per inserirlo in organico qui alla centrale. È stato messo a copertura dei turni mentre Virardi è rimasto fuori, nonostante gli accordi siglati negli anni in Prefettura, Provincia e Confindustria che prevedono la tutela dei lavoratori storici». Davanti ai cancelli, l’atmosfera è tesa ma composta. I lavoratori presenti hanno deciso di fermarsi per qualche ora «in modo volontario e non forzato» – precisa il sindacato – per manifestare solidarietà. Tutti chiedono una sola cosa: che il collega sia reintegrato al suo posto.
«Non ci sono motivazioni valide per tenerlo fuori – ribadisce Campilongo –. Se si devono fare riduzioni, è logico che vengano coinvolti gli ultimi arrivati, non chi lavora qui da decenni. Chiediamo solo il rispetto delle regole e degli accordi firmati». Il caso di Giovanni Virardi riporta in primo piano il tema della gestione dei servizi e delle tutele occupazionali durante le fasi di riconversione e smantellamento della centrale. Il sito, da tempo in dismissione, impiega ancora decine di lavoratori tra metalmeccanici, chimici e addetti alle ditte esterne.
«Attualmente – spiega il sindacalista – operano circa 60 o 70 unità tra varie imprese. Si stanno effettuando interventi di bonifica e svuotamento della sala macchine. L’amministrazione comunale ha espresso l’intenzione di riutilizzare quello spazio per nuovi progetti, ma ancora non si conoscono i dettagli». Nel frattempo, però, restano in sospeso le sorti di chi, come Virardi, ha dedicato la vita a quel luogo.
«Il mio futuro lo vedo un po’ triste – dice lui –. Non chiedo nulla di straordinario, solo di poter continuare a lavorare fino alla pensione, come previsto dagli accordi». La protesta, stamattina, ha raccolto la solidarietà di molti. I sindacati chiedono che la Cosmopol e l’Enel forniscano immediatamente chiarimenti e ripristinino il lavoratore. «Non vogliamo creare tensioni – conclude Campilongo – ma pretendiamo trasparenza. Nessun provvedimento può essere preso per telefono, senza motivi e senza rispetto per chi ha dedicato quarant’anni della sua vita a questo posto».
La presa di posizione di Verdi e Avs
«Enel deve avere rispetto della dignità dei lavoratori. È impensabile, oltreché offensivo che si licenzi una persona con una telefonata, d'emblée, dalla sera alla mattina. Non ci sogniamo minimamente di andare a influenzare le decisioni e il piano industriale del colosso energetico ma contestiamo i modi, perché certi atteggiamenti sono offensivi e non sono più tollerabili». È quanto dichiarano i portavoce di Europa Verde-Verdi/Avs regionale e di Corigliano Rossano, Giuseppe Campana e Fouad El Gorch.
«In quel che resta nel sito dell’ex centrale termoelettrica di Corigliano Rossano, in queste ore sta accadendo di tutto – evidenziano - dipendenti allontanati con una telefonata, forte stato di agitazione tra le maestranze dell’indotto e non solo, quindi di tutte quelle aziende che operano e lavorano per conto di Enel nella dismissione della centrale o nella manutenzione del verde. Uno stato delle cose che preoccupa decina di padri di famiglie monoreddito, che campano con quegli stipendi».
«E tutto questo mentre parti sociali e politica, a tutti i livelli, soprattutto regionale, sembrano sordi e ciechi. Visioni miopi – ribadiscono – che non fanno altro che ingrassare i problemi. Come quello relativo al futuro del sito. Saltata la riconversione da 15 milioni di euro per la produzione di idrogeno, nel silenzio della Regione che aveva pubblicato il bando a valere sul Pnrr poi vinto e annullato dalla stessa Enel, tutti a Corigliano Rossano e dintorni non aspettano altro che la conclusione dei lavori di smantellamento della centrale, iniziati ormai più di dieci anni fa, sembrano la tela di Penelope, e della bonifica di quei 77 ettari fronte mare, che potrebbero far gola agli imprenditori turistici».
Poi ancora: «Anche la demolizione delle ciminiere che si sarebbe dovuta concludere nella primavera prossima, è iniziata e subito bloccata nel 2024, ormai due anni fa per la “scoperta” di amianto, molto diffuso negli anni ‘70 quando fu costruita la centrale, nella mescola per costruire i fumaioli. Ci chiediamo e chiediamo a Enel, a questo punto, se un carotaggio preliminare per capire che tipo di materiale avrebbe “maneggiato” sia mai stato realizzato».
«Tutto questo – proseguono Campana e El Gorch – pare stia provocando costi immani al colosso energetico, si dice attorno ai 10milia euro al giorno, per mantenere in sicurezza quella gru inerpicata a 200 metri d’altezza e il macchinario issato su uno dei due fumaioli che dovrebbe demolire dall’alto verso il basso per evitare la dispersione delle polveri nell’ambiente circostante, quindi alle porte di nuclei abitati».
«A questo si aggiungono i ritardi ormai cronici nello smantellamento e nella bonifica del sito ed ora ulteriori e nuovi tagli al personale. Enel faccia chiarezza, una volta per tutte e dica chiaramente alla città di Corigliano Rossano che ancora la ospita, cosa intende fare. E la politica, più che mai oggi che vanta due assessori regionali del territorio, e i sindacati – concludono il portavoce regionale e comunale di Corigliano Rossano di Avs – facciano la loro parte, negli esclusivi interessi del territorio e delle maestranze».